
di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo, 25.8.23
Tre morti per annegamento nel Lago di Bolsena dall’inizio della stagione balneare sono troppi per Stefano Capotosti e Generoso Calisti, soprattutto, per “colpa” dell’Amministrazione provinciale che non ha provveduto a rendere operativo un progetto che i suddetti signori avevano presentato in Provincia.
Va subito osservato che sia il sig.Capotosti e Calisti non hanno alcuna competenza specifica per poter “suggerire” qualcosa ad un’Amministrazione provinciale in materia sicurezza della acque se non per far comparire e promuovere le loro personali attività, quindi, un’invasione di campo che giustamente la Provincia ha rimandato al mittente.
Infattti esiste ormai dal febbraio 2007 un Regolamento provinciale per la sicurezza della navigazione nelle acque interne che contiene nelle sue norme l’istituzione della “Consulta del lago” (art.20) prevista per il compito di formulare proposte, criteri ed indirizzi idonei per la sicurezza della navigazione e balneazione.
I signori Capotosti e Calisti, il primo insegnante presso una scuola nautica, l’altro della Federazione nuovo (Sez.Salvamento) non hanno alcun potere dire qualcosa in Provincia perchè le loro attività non previste come soggetti componenti della Consulta del Lago.
Essi, in parole povere, fanno capire che le morti per annegamento verificatesi recententemente nella acque del Lago di Bolsena sia stata conseguenza di mancata attenzione alle loro proposte da parte del presidente Romoli.
E’ chiaro che nel futuro prossimo, visto il successo di presenze di migliaia di persone sulle rive del lago particolarmente osservato nelle recenti settimane ferragostane, l’Amministrazione di via Saffi farà muovere il competente Settore Trasporti della Provincia proprio in occasione del ventilato aggiornamento del vigente Regolamento provinciale.
E valga il vero. Il progetto Capotosti-Calisti prevedeva un esborso di 45mila euro, forse pochi, forse tanti, ma comunque, senza un disciplinare chiaro, appare solo un’enunciazione di cose strarcinote non sempre facili da rendere esecutive come: creazione di recapiti radiocollegati, fornitura di defibrillatori, formazione di personale di salvataggio, incremento di mezzi di salvataggio ed altro, tutto però impensabile per monitorare oltre 60kilometri di rive lacustri vulsinee.
Quindi, bene ha fatto l’Amministrazione a non prendere in considerazione qualsiasi programma proveniente da persone estranee ai suoi uffici che tanto appare come quello di perseguire un ritorno economico per l’organizazione dei previsti corsi ed altro.
Aver fatto apparire l’Amministrazione provinciale di Viterbo,a guida Romoli, responsabile delle morti per annegamento rappresenta un atto di sciacallaggio nei confronti dei defunti che sono diventati tali per incapacità nel nuoto, imprudenza e pregressi malanni, no.n certo per ignavia provinciale.