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Piange anche a Natale il commercio a Viterbo nel Centro storico. Ma, perchè ?

Il Corso oggi: deserto

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,24.12.24

“Elementare, Watson” avrebbe detto il noto investigatore Sherlock Holmes uscito dalla penna di Conan Doyle, se avesse conosciuto il come ed il perchè il centro storico viterbese sia diventato in pochi anni un cimitero del commercio.

Aver consentito di aprire vari Centri commerciali nella prossimità del centro cittadino, poteva solo che portare a certe conseguenze.

Aver bloccato intere zone al traffico automobilistico per istituire Aree pedonali senza nel contempo progettare alternative per la fruibilità delle stesse aree, era logico che alla lunga qualcosa sarebbe successo.

Aver per quasi vent’anni chiuso Via Marconi per cercarne fare un boulevard cittadino, ha fatto il resto. Oggi,dopo la sua riapertura al traffico, è ormai tardi per un’iversione di tendenza.

Che ne diciamo di Via Saffi ! Una volta, la via Condotti viterbese, piena di esercizi commerciali di valore e di interesse. Oggi, in quella via restano vetrine vuote con la scritta “affittasi”.

Lo “struscio” al Corso, una passeggiata tra negozi anche storici della città come il suo antico e nominato Caffè Schenardi, è sempre meno praticato.

E dire, che solo qualche decennio fa, era un rito dei viterbesi passeggiare su e giu per il Corso, le cosidette “vasche”, utili per incontrare con gli amici i conoscenti e scambiare il saluto.

Adesso è tutto spostato sui centri commerciali.

D’inverno riscaldati, d’estate raffrescati. Ci si va in macchina e si trova parcheggio. A portata di mano tutto quello che serve. Dal Supermercato ai negozi di moda, al Bar, al Ristorante, una o più librerie, servizi tecnici per “telefonini” ed anche, in uno, un servizio sartoria per aggiustare indumenti. Mentre le mamme girano tra le vetrine, i piccoli, hanno un parco giuochi.

Ma che volete di più ! Inutile quindi passeggiare per le vie del centro quando in un ampio spazio coperto si ha tutto quello che può servire per se stessi ed anche, proprio in periodo natalizio, per acquistare un regalo. Solo l’imbarazzo della scelta.

In definitiva, la “colpa” della desertificazione del centro storico viterbese si va a cercare nelle passate amministrazioni cittadine, che, accecate dalla smania concedere spazi per aprire centri commerciali, quindi assicurare introiti alle casse comunali per oneri urbanistici, hanno reso possibile che negozi storici cittadini si siano trasferiti dal centro verso essi, lasciando languire d’interesse e valore il commercio di prossimità.

Ammesso sia possibile un’inversione di tendenza e che gli “sforzi” tentati dall’ Amministrazione comunale per “rivitalizzare” il centro di Viterbo, diano risultato, è ormai tardi: la frittata è fatta.

Era elementare che, favorendo aperture di centri commerciali ed costruzione di nuovi quartieri con edifici ad uso non solo abitativo, ma anche commerciale, la Viterbo centro si sarebbe trasformato in un deserto.

Basta fare una passeggiata in Via Roma, Via Saffi, Corso Italia e Via Marconi per rendersene conto.

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