14022025Headline:

Salvate l’animale rospo. Rischia scomparire

Un “salvataggio”

Redazione

Viterbo,20.1.25

Che il rospo nostrano (nome scientifico Bufo bufo) sia riconosciuto come essere brutto ripugnante, nemmeno commestibile è da secoli, ma anche da sempre riconosciuto come aiuto degli ortolani per il contemimento di insetti dannosi per le culture.

Pertanto, quando nelle giornate piovose ed umide si ha occasione di avvedersi di un rospo che appare essere anche un sasso, ricordiamoci che è un amico dell’uomo e che assolutamente nno deve essere abattuto.

Ma cosa capita adesso ?

Un Comunicato stampa, che riportiamo pari pari come pervenuto dalla Collega Franzò,, ci segnala i nuovi problemi nei quali possono incorrere i batraci, cioè rospi e rane.

“Ogni anno migliaia di anfibi nel Lazio tra cui il Rospo comune (nome scientifico Bufo bufo), affrontano gravi rischi a causa delle infrastrutture artificiali. Questi ostacoli, come canali di irrigazione e grate, possono intrappolare gli animali, compromettendo la biodiversità.

Il Rospo comune è diffuso in tutto il territorio italiano, dalle pianure alle zone montuose, con l’eccezione di alcune isole minori. Nel Lazio è particolarmente presente nelle aree boschive e lungo i corsi d’acqua dei Monti Simbruini, dei Monti Lepini e dell’Appennino laziale, oltre che nelle zone umide intorno ai laghi vulcanici come il Lago di Bracciano e il Lago di Bolsena. Qui trova habitat ideali per la riproduzione e lo sviluppo delle larve. La sua presenza è un indicatore della salute dell’ecosistema.

Sebastian Colnaghi, ambientalista impegnato nella sensibilizzazione per la tutela del pianeta e della biodiversità, ha recentemente condotto un intervento di salvataggio di alcuni rospi, intrappolati in una presa d’acqua per l’irrigazione nella riserva naturale di Pantalica, in Sicilia. Questo episodio evidenzia una problematica presente anche nel Lazio: le strutture artificiali possono diventare trappole mortali per la fauna selvatica.

“Episodi simili si verificano frequentemente lungo i fiumi – dichiara Sebastian Colnaghi -. Canali e prese d’acqua intrappolano anfibi e altri animali selvatici. Le nostre aree naturali richiedono maggiore attenzione e interventi concreti da parte delle autorità per garantire la salvaguardia di questa specie essenziale”. Durante il salvataggio l’ambientalista ha utilizzato guanti in lattice per maneggiare i rospi senza danneggiare il delicato strato di muco che protegge la loro pelle, dimostrando l’importanza di agire con consapevolezza.

Proteggere gli anfibi e altre specie selvatiche è una responsabilità condivisa che richiede l’impegno congiunto di istituzioni e cittadini. Segnalare situazioni critiche, sostenere iniziative locali e adottare pratiche rispettose dell’ambiente sono azioni essenziali per garantire un futuro più sicuro alla fauna. “La biodiversità italiana è un patrimonio inestimabile che va protetto – conclude Colnaghi -. Vedere questi piccoli animali intrappolati mi ha fatto riflettere su quanto possiamo fare per aiutarli, soprattutto in un momento così critico per la biodiversità. Ogni gesto, anche il più piccolo, può fare la differenza nel custodire la straordinaria ricchezza del nostro territorio”

Daniela FranzòGiornalista professionista e responsabile della comunicazione.E-mail: press@danielafranzo.comTelefono: +39 351 303 0759

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