
Redazione
Viterbo,18.3.25
“Tra il dire ed il fare, cè di mezzo il mare” .Antico,conosciuto proverbio che sta a significare che, tra un annuncio verbale ed un fatto, sempre ce ne corre.
Se, poi l’annuncio proviene della Giunta Frontini, non credrci, il senso del proverbio può essere valido.
Comunque, appare, che dopo anni di chiusura il parco termale del Bgnaccio (proprio quello situato nei pressi del Bacucco e di cui alla costruzione michelengiolesca), alle porte della Città, insistenti su terreno privato potranno tornare a servire l’affezionata clientela che da decenni l’aveva frequentata.
Solo una serie di cavilli, di giudizi amministrativi vari e normale burocrazia aveva tolto ai gestori dell’impianto, pure proprietari del terreno, di una loro fonte di utilizzo, ma. adesso, tutto sembra spianato.
Nella “gara” bandita del Comune per la subconcesione mineraria, quindi sfruttamento della sorgente di acqua termale, si dice esserci stata un’offerta anche se resta ignoto il nome di chi l’ha presentata. Quindi,mentre, sarebbe stato ovvio, dare prelazione precedenza ai proprietari del fondo che in passato avevano gestito il luogo, si è preferito, dapprima escluderli in modo barbaro, poi, adesso, per loro nemmeno concesso qualche punto a favore per ottenerne una definitiva, anche se a tempo, concessione.
Proprio sembra, che in Italia, la proprietà privata sia attenuata.
Un titolare di un terreno, ancorchè ne paghi le imposte, è sempre maggiormente sottoposto a vincoli che, quaso sempre, assomigliano ad un esproprio.
Roba da bolscevismo puro. Ma tant’è.
Per noi, tutti, fuori da “giuochi” resta l’augurio che la pronta riapertura “regolare” delle Terme del Bagnaccio, sia un bene per i cittadini di Viteboed un volano per un turismo termale non costoso, Quindi per tutti.