
Redazione
Viterbo,13.3.25
Qualcuno certamente ricorderà che anni addietro la Regione Lazio, in ossequio a direttive europee, aveva vietato la inseminazione di uova di coregone (oregonus lavaretus) ritenuta specie alloctona nelle nostre acque. E fu il disastro.
Infatti, la pesca professionale lacustre soffrì carenza di pescato con il conseguente danno economico della mancata vendita del pregiato pesce nel norditalia,
Gli stabilmenti ittiogenici dei centri attorno al Lago di Bolsena e negli altri laghi laziali, furono costretti chiudere l’attività e di conseguenza la immissione deggli avanotti nel lago.
Fu una scelta scellerata delle passate amministrazioni regionali, poi subito corrette dall’attuale.
Revocato ogni divieto dalla Giunta Rocca, la produzione di avanotti di coregone adesso è proseguita regolarmente ed oltre seimilioni di “pescetti” sono stati ora reimmessi nelle acque vulsinee con una grande festa a Marta che ha coinvolto le scolaresche.
E’ stato per loro importante far conooscere che il coregone, parente stretto della trota, è un pesce europeo nativo nel Lago di Costanza in Germania, importanto nella fine dell’ottocento nelle nostre acque e cosi divenuto il “re” della tavola nostrana.
Il Coregone, che vive in acque fredde ed in profondità si nutre di plancton, non aggresdisce altre specie ittiche e consente la pesca professionale.
Il commercio viene attuato in gran perte verso le regioni del Norditalia dove, per effetto di inquinamento dei loro laghi, la qualità non è ottima.
Inutile ripetere che, quello pescato nel Lago di Bolsena è il MIGLIORE !
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