24042025Headline:

“A volta tornano”. Rimesso l’autovelox di Montefiascone sulla SP Commenda.

Redazione

Viterbo,12.4.25

Evidentemente al Comune di Montefiascone, dopo lo spegnimento dell’autovelox in località Commenda (davanti all’Hotel), si è trovato in “difficoltà” economica, e. zaff, che ne fa spuntare un altro, poco lontano, ma nel suo territorio.

Facile mettere autovelox sulla SP Commenda, la strada che porta verso Marta e Capodimonte. Per il intero tratto, la velocità imposta è di soli 70 km/h, Un limite antistorico, superabile anche da un buon ciclista.

Avviso ai naviganti, quindi.

La multa è in agguato e possibile molto più di essere coinvolti in un incidente nonostante l’enorme traffico di questa strada provinciale (sino a poco più di sessantanni nemmeno asfaltata). L’arteria de quo, in mancanza del completamento di un collegamento “serio” tra E45 ed Aurelia, funge da bretella da Viterbo a Montalto di Castro, quindi effettivamente molto trafficata da TIR.

Ma che colpa ne hanno gli automobilisti diretti a Marta o a Valentano, se nessuno dei politici viterbesi è stato capace nei tempi logici a far dotare la provincia di Viterbo di moderna viaiblità, quindi far completare la “superstrada” ed evitare quindi che una strada locale (appunto la “Commenda” possa diventare il percorso migliore da fare per raggiungere la Toscana da Orte.

In definitiva, prima di essere costretti ad imporre strumenti punitivi alla libera circolazione stradale, vedansi impianti autovelox giustificati dalla pericolosità della strade, si vada a vedere il perchè una strada lo sia diventata, non già, per causa di chi la percorre, ma per la mole di traffico che ne deriva da cattive scelte politiche e tecniche sul territorio.

Vediamo, sin dalla prima multa che sarà comminata, se l’impianto nuovo posto dal Comune di Montefiscone sia a norma, cioè omologato dal competente ministero e non solo approvata la sua produzione.

E’ ovvio, che, in base alla nota decisione della Cassazione di un anno fa, ogni impianto non omologato, ma solo costruito da un’azienda che ne aveva ottenuto la facoltà di costruirlo, non può far fede per l’applicazione di sanzioni afflittive.

Una recente circolare ministeriale, in modo goffo e scorretto, ha tentato per via amministrativa ritenere una stessa cosa la approvazione e la omologazione di un apparato, ma, è il caso di dire: el tapon es peor del buso. Una circolare, che si è tentato pure di rendere un Decreto legge, è sfumata. Vale sempre l’arresto della Cassazione del 18.4.24. Senza omologazione, l’impianto non vale, anzi, mantenerlo in funzione, costituisce ipotesi di truffa.

Sindaci avvisati !,

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