24042025Headline:

Energie rinnovabili, si o no: il tormentone della Tuscia

Fotvoltaico: un’occasione per i lavoro

Redazione

Viterbo,1.4.25

Sin dall’inizio dell'”era” fotovoltaico ed eolico, la Provincia di Viterbo, segnatamente nelle zone prossime alla costa, cioè nella maremma laziale, è stata la prescelta per impianti di generazione energia alternativa.

La particolare situazione dell’esposizione al sole presente molti giorni in più rispetto altre zone del Lazio ed in particolare del vento, hanno fatto scegliere i nostri territori come zone di caccia per molti investitori del settore con la complicità degli agricoltori ben contenti mettere i loro terreni a disposizione e cessare l’attività agricola sempre in dubbio di redditviità.

Siamo arrivati sino ad oltre sessanta progetti presentati, ma solo quattro risultano approvati.

Che sia un bene o no, vediamo.

Innnzitutto va osservato che secondo obiettivi comunitari europei nel 2030 sarà necessario produrre come dato nazionale almeno circa 80000 Mw da ottenere da fonti alternative al fossile, quindi, estrema necessità nel prossimo quinquiennio doversi dare da fare per ottenere il suddetto target,

Però, a tale esigenza si contrappongono le associazioni ambientaliste ed anche, nel nostra caso, la regione Lazio che, di fatto, ha fermato la nascita di nuove installazioni in regione, in particolare, in Provincia di Viterbo per generici motivi paesagistici, mentre i territori prossimi a Montalto e Tuscania, restano smostrati da una rete (ormai inutile) di tralicci e linee elettriche.

Un corto circuito, quindi con le esigenze di produzione necessaria per ottenere il risultato ordinato dalla comunità europea con le esigenze ambientali, pure meritevoli di attenzione, ma con giudizio.

Ma, un altro dato emerge. La costruzione e la gestione di impianti di energia alternativa, siano essi fotovoltaici o eolici, impone la necessaria manodopera per la realizzazione e la gestione. Nella Provincia di Viterbo urge che si creino attività che possano generale posti di lavoro.

Per es.il completamento dei tre impianti realizzati di recente tra montalto di Castro e Viterbo (135Mwp) sono state impiegate 200 persone, pertanto, occupazione in provincia a parte il beneficio della produzione elettrica che può contribuire ad attenuare i costi in “bolletta”.

E’ necessario pertanto, che non ci sia solo un niet di qualche comune o di qualche autorità giudiziaria qua e la, ma un ufficio centralizzato ed una programmazione sul territorio che indichi i parametri, zona per zona, comune, per comune, della quantià di superficie agricola che possa essere destinata al fotovoltaico, che comunque, con le attuali tecniche di installazione, consente comunque un’attività agricola.

Non sembra, però che questa proposta, venuta dall’associazione GIS (Gruppo impianti solari), abbia avuto successo. E’ il solito rimpallo burocratico cui non si vuol dar la fine, ma il tempo scorre..

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