Redazione
Viterbo,18.4.25
Un tormentone che va avanti quasi da quarantanni.
Parliamo della centrale di Montalto, progettata,costruita quasi finita, per funzionare con energia nucleare, mai,però, messa in funzione come tale, ma come centrale convenzionale per produrre energia elettrica da fonti fossili, poi sino alla totale chiusura.
30mila miliardi andati in fumo (che ancora paghiamo in bolletta elettrica) per uno sciagurato referendum che proibì in Italia l’utilizzo del nucleare., Da questo l’inizio del declino nazionale in campo energetico che a portato anche quello economico per la necessità di acquistare fonti energetiche fuori confini.
Nei decenni scorsi si è parlato, detto, ideato dell’eventuale smantellamento dell’intera costruzione per riconvertire anche il sito in qualcosa di diverso. Per fortuna, non non è avvenuto.
Infatti, secondo quanto portuto ascoltare nel recente evento del 14 aprile scorso organizzato dalla Lega, il ritorno al nucleare in Italia sarà presto possibile, pertanto la SOGIN, proprietaria dei siti delle ex centrali (Latina, Caorso, Garigliano e Trino vercellese) ha intenzione rimetterle in fuzione con le nuove tecnologie, nonchè poter contare pure su quella di Montalto di Castro attualmente dell’ENEL.
Indubbiamente il sito nella maremma viterbese sarà stragegico dopo la chiusura della centrale di Civitavecchia, e, sostanzialmente, ha nel sito e nella sue costruzioni, tutto il necessario per ospitare una centrale nucleare.
Staremo a vedere. L’augurio per noi tutti, che l’enorme spesa per edificazione della ben nota centrale di Montalto, non sia del tutto perduta, quando il sito sarà confermato e la maggior parte delle costruzioni, ciminiera compresa, rese riutilizzabili.
