
di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,15.5.25
Quest’anno, dopo trecento anni, un Vescovo diocesano ha benedetto una folla di circa 3mila persone in occasione della popolare festa martana che si celebra ogni anno il 14 maggio. Era dai tempi del Vescovo di Motefiascone Card. Barbarigo, che nessun presule ha dato la benedizione questo evento.
Ma perchè ?
Il nome di Barabbata (non condiviso affatto dagli abitanti di Marta, è diventato d’uso comune per questa festa sacra (Festa della Madonna del Monte) forse a causa del suo esagerato stile rustico-folkloristico (e le sue manifestazioni e riti che sfiorano il paganesimo) che comunque attrae ogni anno l’interesse e la partecipazione di decine di migliaia di curiosi.
Certamente una festa con origini pagane poi trasfuse in una festa cristiana nel corso dei secoli.
Nel Messico, Regione del Chiapas, per es. esiste una comunità chiusa di origine maya che si chiama “Lacandon” (sono i lacandones quelli che si distinguono per l’uso di una fusciacca rosa), i cui discendenti, “vittime” del violento apostolato missionario spagnolo, hanno trasformato la pratica del cristianesimo in atti di vero paganesimo.
Nelle loro chiese, nelle imamgini di Santi e Madonne, sono presenti offerte in natura, cioè dei prodotti dei campi, per dare ringraziamento delle positive coltivazioni e dare cosi degustazione al santo protettore.
Che differenza con Marta ? Nessuna.
Alla Madonna del Monte, mediante le “passate” vengono offerte e poste in chiesa prodotti della terra e di pesca sul lago, in pratica, del tutto simile alla pratica dei lacandones messicani.
Ecco, il perchè nessun vescovo ha dato una benedizione alla Barabata che resta quindi un’originale festa paesana del tutto unica, da non perdere l’occasione di assistervi, ma mai da ritenere una processione cattolica.
Un suggerimento. Si proponga un gemellaggio tra la Città di Marta e quella di S.Cristòbal de la Casas (capoluogo del Chiapas).