
Redazione
Viterbo,14.8.25
Qualcuno potrebbe gioire del fatto che, nonostante la massiccia antropizzazione dei territori, ancora c’è del selvaggio nella fauna che oggi ancora sopravvive. Il problema, però, è quale tipo di fauna deve sopravvivere.
L’invasione dei cinghiali anche al centro delle città ha genitori noti: il ripopolamento di ungulati a “servizio” delle zone di caccia effettuato mediante specie non autoctone, quindi di “selvaggina” non troppo tale. Conseguenza: imbarstardimento del nostrano cinghiale con perdita delle sue qualità di animale erratico, solitario, schivo dell’uomo e……ottimo a tavola.
Adesso, come si può vedere dalla foto, da qualche anno si è presentato nelle nostre campagne il lupo (Canis lupus italicus) , cioè, proprio quello delle fiabe, quello di San Francesco, ma non il lupo”cattivo” del Mackenzie, (quello dei romanzi di Jack London).
Sembrava il lupo appenninico una specie praticamente estinta causa una caccia spietata esercitata per secoli con ogni mezzo a difesa delle greggi di ovini. Infatti, il lupo, è il nemico degli allevatori di pecore, quindi animale solo da abbattere. La “civiltà” di oggi, non più proppo contadina, e “l’mpegno” degli ambientalisti di conservare ogni forma di vita animale, ha reso possibile che nel terzo millennio, si sia affievolito il concetto del lupo come “spauracchio”.
Il lupo nostrano (canis lupus italicus) è statro sempre presente, solo controllato dalle doppiette degli agricoltori e dei pastori. Quindi ha pieno diritto di “asilo” di restare nei nostri boschi nei quali compie peregrinazioni di diecine di kilometri al giorno. Non essendone autorizzata la caccia, sarà anche possibile una prossima diffusione per cui, a chi spetta, sarà il compito regolamentarne le catture.
Da subito però !
Mentre l’osservata diminuita presenza cinghiali nei nostri boschi è certamente dovuta all’attivtà predatoria dei lupi che si cibano dei piccoli, pertanto “benefica” per il controllo delle quantità, però, di converso, si notata minore presenza di caprioli e daini altrettanto presenti nei nostri boschi. Il lupo si ciba anche di questi simpatici animali.
Fare un bilancio negativo o positivo della presenza del lupo non sarà facile.
Di certo, l’enorme diffusione dei cinghliali ha certificato il danno alla flora del sottobosco, alle zone micorizzate per la crescita dei funghi ed all’allontamento dei volatili spaventati dalle scorribande degli ungulati. In definitiva, possiamo affermare, che ha provocato più danni la proleferazione di cinghiali rispetto quella possibile dei lupi. Questi non danneggiano le culture, non attaccano l’uomo,anzi, lo sfuggono, diversamente dai “moderni” cinghiali, che, ormai divenuti come suini domestici, hanno in qualche caso dimostrato aggressività verso l’uomo anche in circostanze non patologiche.
In definitiva, meglio avere presso di noi il lupo, un animale autoctono dei nostri territori, piuttosto che cinghiali provenienti dall’est europeo.
Facciamo tra i nostri lettori un’indagine tra favorevoli e contrari al lupo rispetto il cinghiale..
ali






