15102024Headline:

Terme, Comune kamikaze

La riunione di ieri in seconda commissione

La riunione di ieri in seconda commissione

Col tempo e co’ la paja se matura la sufaja. L’acqua invece col tempo diventa più torbida e stagnante, specie quella termale, che già puzza di suo. E così, ieri pomeriggio, la seconda commissione consigliare si è trovata a dover discutere e votare in tutta fretta una delibera, da portare poi in consiglio comunale, che dovrebbe risolvere – sempre temporaneamente – l’annosa questione della subconcessione termale che il Comune assegna alle Terme dei papi srl. Una subconcessione già scaduta e prorogata e che ora, il 31 luglio, s’esaurisce davvero, senza possibilità di ulteriori allungamenti. Già, perché la Regione (titolare della concessione, che poi gira al Comune) prevede da regolamento che d’ora in poi saranno necessarie gare d’appalto europee per definire questo tipo di rapporti.

E allora, visto che per fare un bando ci vuole parecchio tempo, e mentre si attende che Zingaretti conceda – come richiesto – a Palazzo dei priori le concessioni sulle acque, ecco la trovata dei tecnici comunali. Proseguire il rapporto con Terme dei papi non più mediante proroga (che sarebbe impossibile) ma attraverso l’affidamento “in custodia” dell’acqua alla stessa società. Così da evitare che le strutture chiudano e che Viterbo resti senza terme nell’attesa del bando europeo. “E’ l’unica soluzione possibile”, taglia corto l’assessore allo Sviluppo termale Tonino Delli Iaconi.

Piccolo particolare: nell’affidamento in custodia è previsto che il limite attuale di quantità dell’acqua (illimitata, come ha detto a febbraio la sentenza del Tar sulla quale pende il ricorso del Comune al consiglio di Stato, atteso a breve), sia abbassato a 22 litri al secondo. Sarebbe come dire alla famiglia Sensi, proprietaria di Terme dei papi: o mangiate ‘sta minestra o saltate dalla finestra. Santucci (FondAzione) è il primo ad andare all’attacco: “Non possiamo offrire unilateralmente una cosa che il nostro interlocutore non vuole. Così rischiamo che già il 2 agosto la Terme dei papi si muova per vie legali affinché la quantità d’acqua venga riportata ai livelli precedenti. Non sarebbe stato meglio ascoltare in commissione proprio i rappresentanti dell’azienda? E magari pensare a qualche riferimento scritto per evitare un contenzioso?”.

Delli Iaconi replica: “Se la delibera verrà approvata dal consiglio comunale, sarà fatta visionare alla famiglia Sensi, che poi deciderà se firmare o no. Per la quantità dell’acqua i nostri riferimenti sono quelli dello studio Piscopo (che da qualche anno ha stabilito l’intera portata del bacino termale viterbese, ndr). Crediamo che questa proposta sia virtuosa anche per i gestori, che saranno stimolati a risparmiare l’acqua sfruttando la nuova tecnologia, che consente di fare le stesse cose con molti meno litri. Solo a Viterbo si usa il doppio dell’acqua necessaria…”. Strumenti per il risparmio sarebbero: l’abbassamento del livello dell’acqua nella piscina principale, serbatoi e impianti di ricircolo. Con dei “limitatori” che controlleranno i flussi.

Insomma, l’intento del Comune in linea di principio potrebbe anche essere giusto: abbassare l’acqua, stimolare l’innovazione, prepararsi a nuovi scenari turistici e commerciali se e quando la Regione girerà tutte le concessioni al Comune. Ma fatta così, in fretta e con appigli giuridici molto fragili, l’operazione rischia di peggiorare le cose: o attraverso altre sentenze taglia-gambe oppure ribocclando tutto.

Con alcune postille. De Dominicis (Cinque Stelle): “Se dopo tre anni di affidamento i Sensi dovessero perdere la gara europea, perché oggi dovrebbero essere spinti ad investire?”. Scorsi (Pd): “Ma l’acqua risparmiata andrebbe a vantaggio delle Terme Inps?” (Risposta di Delli Iaconi: “Sì, ma i tempi di riapertura sono incerti”). Ubertini: “L’anomalia è alla base, perché con 40 anni di gestione delle strutture a Terme dei Papi, si è venuto a creare un cortocircuito con la gestione delle acque. Non è colpa nostra, ma è così”.

Morale della favola: la delibera passa a maggioranza, adesso bisognerà portarla di corsa in consiglio comunale (dove si preannuncia guerriglia) e aspettare di vedere cosa decideranno i Sensi. Se firmeranno alle condizioni del Comune resteranno in ballo almeno per altri tre anni, o comunque quando sarà pronto il bando europeo. Se non firmeranno, rischiano di rimanere senz’acqua già dal 1 agosto. Ma potrebbero anche firmare e giocare una carta successiva. Magari una carta bollata.

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1 Commento

  1. pascal91 ha detto:

    Prolunghiamo il monopolio dei prepotenti Sensi mi raccomando: non sono degli imprenditori ma sono gente che campa di rendita grazie al loro privilegio!

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