Sorpresa. La Tuscia guida la graduatoria delle provincie italiane per il tasso di crescita delle imprese artigiane nel secondo trimestre 2014: a fronte delle 203 aziende nate, 110 hanno chiuso i battenti. Il saldo positivo è dunque di 93 unità. E il tasso di crescita balza al + 1,19 per cento, superiore alla media nazionale, che si attesta sullo 0,14 per cento. Una volta tanto, la rilevazione trimestrale condotta sui Registri delle imprese delle Camere di Commercio da Unioncamere – Infocamere ci assegna un primato incoraggiante.
Dopo tanti brutti numeri, riappare il segno più. Anche nella provincia di Viterbo, come nel resto d’Italia, si assiste a un recupero dell’artigianato. Il comparto presenta un saldo positivo maggiore rispetto al totale delle imprese, che, con le 581 iscrizioni e le 327 cessazioni, registra un tasso di crescita dello 0,68 per cento (la percentuale media nazionale è pari allo 0,59) e comunque si posiziona nella fascia alta della classifica, al ventiquattresimo posto. Attenti però a parlare di ripresa. Le difficoltà permangono.
Bisogna tenere conto del fatto che nel secondo trimestre si rileva quasi sempre un incremento delle iscrizioni. Anche nel 2013, che consideriamo un anno disastroso, nello stesso periodo il saldo è stato positivo, seppure inferiore (+ 75 unità). Inoltre, se prendiamo in considerazione il primo semestre, osserviamo che il numero delle imprese cessate, 405, resta superiore a quello delle nuove, 309.
Cogliamo comunque il dato che emerge dal movimento anagrafico come un segnale di vitalità del nostro tessuto produttivo. Le 7.899 imprese artigiane della Tuscia rilanciano alle istituzioni la sfida delle riforme e degli investimenti in un patrimonio imprenditoriale prezioso, senza il quale l’economia non ha futuro.