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Più mercatari che acquirenti

Il mercatino di piazza del Gesù...

Il mercatino di piazza del Gesù…

Più ‘mercatari’ che acquirenti. Più merce che passanti. C’è qualcosa che non va. Già, perché è domenica mattina. E non una domenica come tutte le altre. Bensì il 15 di dicembre, col Natale dietro l’angolo. Eppure alle dodici lo struscio è ridotto ai minimi termini. Nonostante la temperatura più che accettabile.

Il tour del dramma parte da piazza del Plebiscito, o del Comune. Di buono si registrano zero parcheggi selvaggi. I Vigili sono appostati sotto le arcate di Palazzo dei Priori. E nessuno si azzarda a fermarsi nemmeno per un caffè a motore acceso. Bene. Svoltando verso San Pellegrino ecco l’altra piazza, quella del Gesù. Una decina di gazebo (esteticamente discutibili) aprono una finestra sull’antiquariato (più o meno antiquato). Libri, vinili, mobili, cianfrusaglie di ogni genere. In mezz’ora passano una decina di papabili acquirenti. I portafogli rimangono serrati. “Siamo in un puntaccio, troppo nascosti – dice Silvio, uno dei commercianti – E per fortuna che il traffico non è chiuso. Oggi pomeriggio, quando il transito verrà interrotto, credo che moriremo di solitudine. A pranzo stacco e me ne vado, non è giornata”.

Ok, forse è meglio scendere verso il Sacrario. Lì pare che il tempo si sia fermato. I tendoni stile Orfei sono sempre gli stessi. Stesse mutande, pantofole, indianate, bigiotteria, e stesso trenino di robe varie targate Cina (elargite da committenti di ogni parte del globo, ma comunque fabbricate dai nipoti di Mao). Qualcuno però a dirla tutta vi si affaccia. Non una folla oceanica, ma nemmeno il deserto dei Tartari. Un flusso leggero, timido e costante, poco avvezzo a sperperare la tredicesima. C’è crisi, ci sta. “E di sicuro gli articoli non incoraggiano – stavolta parla una ragazza, Lucia, di Pianoscarano – Niente di nuovo e poco di locale”. Amen.

...e quello della Coldiretti in piazza Verdi

…e quello della Coldiretti in piazza Verdi

Il boulevard Marconi pare il mar Rosso subito dopo l’apertura delle acque. Poche teste, e tutte ai lati. Fino a piazza Verdi la trama è questa. Ed è un peccato, perché sotto il Teatro ci sono quelli della Coldiretti, con Campagna amica (eccellenze di casa). Ma poco si può far conoscere se i turisti si contano sulle dita di una mano. Oltretutto l’offerta è fresca di picchetto, in una città assai abitudinaria. E poi fino alle undici è caduta anche la pioggia, che magari – considerando anche il costo della benzina – ha segato le gambe di qualche coraggioso mecenate (andrebbero bene anche quelli della provincia).

A conti fatti i mercatini sono tre (mancherebbe pure il quarto richiesto a gran voce, quello dell’artigianato e dei dolciumi a chilometri zero). La riflessione invece è una sola, anzi, si sintetizza in un’unica domanda. Saranno andati tutti a letto tardi o forse sarebbe il caso di investire diversamente sulla programmazione del territorio?

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    E’ andata maluccio anche alla bancarella allestita a Piazza delle Erbe venerdì scorso dal votivendolo e voltagabbana abituale Filippo Rossi da Trieste per vendere le azioni (sic) della nauseabonda kaffeina. Durante il week-end, e con più successo, al suo posto c’era un venditore di panini e crepes.

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