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Diamo a Bonaria ciò che è di Bonaria

Il Ministero de Beni culturali decide di tutelare le opere e la casa dell'artista

Bonaria Manca

Bonaria Manca

A Tuscania esiste una tipa che si chiama Bonaria Manca. È una ragazza del 1925, figlia dell’immigrazione via mare. La sua famiglia arrivò in Tuscia nel lontano 1950, trovando qua (insieme a molti altri corregionali) un rifugio morfologicamente adatto alla pratica della pastorizia.
Anche Bonaria è pastora. Segnata dal tempo e da numerose esperienze dolorose. La forte fede religiosa però, affiancata all’amore per la natura e alla incredibile vocazione artistica, le hanno permesso di formarsi sulla via della serenità e della saggezza.
E così la Manca (cognome molto diffuso in zona) fila la lana, tesse i suoi abiti, canta canzoni arcaiche e dipinge su tela e sulle pareti della sua casa storie di vita e visioni.
Le sue opere sono presenti in musei e collezioni private all’estero, e sono state spesso esposte al pubblico.
Ciò nonostante la sua vita non prosegue all’insegna della leggerezza. Le condizioni economiche son quel che sono. Ed oltre a far soffrire l’artista rischiano anche di compromettere i suoi lavori.
Così, da un annetto a questa parte, è nata l’associazione per Bonaria Manca. Un gruppo nutrito di professionisti, simpatizzanti, e comuni mortali, che si sta muovendo per la raccolta dei fondi necessari al sostentamento dell’artista, per i primi interventi urgenti di cui ha bisogno la sua casa dipinta, per altre iniziative di questo tipo.
E dopo tanto sbattersi e sudare, ecco finalmente una buona notizia: “Ottenuto un importante riconoscimento del Ministero dei Beni culturali – si legge nella nota giunta in redazione – la dichiarazione d’interesse e la tutela dello studio d’artista con il vincolo pertinenziale che riguarda gli affreschi, le opere pittoriche, gli arazzi, i tessuti realizzati da Bonaria Manca”.

Un angolo della sua casa

Un angolo della sua casa

Ma di cosa si tratta? Con il vincolo di destinazione d’uso, la “casa dei simboli” e le stratificazioni mobiliari in essa accumulate per volontà dell’artista devono rimanere inalterate. Saranno quindi tutelate e conservate a dovere.
“Il riconoscimento – dicono dall’associazione – corona un percorso iniziato con le Giornate Europee del Patrimonio che si sono tenute a Tuscania nel settembre 2014 e poi nel 2015, con il patrocinio del Comune e della Soprintendenza per le Arti e il Paesaggio, e con il contributo fondamentale di alcune associazioni locali impegnate sui temi della cultura e dello sviluppo territoriale”.
E perciò si comincerà ad operare su tre fronti, ragionati: il restauro della “casa dei simboli”, la creazione di un catalogo materiale (affreschi, numerosi oli su tela e tessuti ricamati) e immateriale (canti e racconti), il progetto di “casa-museo” secondo la volontà di Bonaria.

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