“D’in sulla vetta della torre antica, gabbiano reale alla città”. E il sommo poeta perdoni la storpiatura. Eppure la citazione viene fuori naturale, a vedere le straordinarie immagini qui a fianco. Siamo nel pieno centro storico di Viterbo, questa è la torre medievale di via della Pace. E proprio qui su, ad un’altezza notevole, tanto da sovrastare le abitazioni circostanti, ecco la sorpresa: una coppia di gabbiani reali, e il loro nido, costruito qui, dove c’è anche una vecchia colombaia risalente a chissà quando.
Eccola, la signora gabbiana che cova le uova, ed ecco signor gabbiano che controlla, fiero e impettito (come un pinguino?) la zona intorno, occhio (da falco?) a valutare possibili pericoli o ad inviduare eventuali fonti di cibo. Che in effetti non dovrebbero certo mancare, visto che il gabbiano mangia praticamente di tutto: non solo il pesce, ma anche roditori, carogne di animali morti, scarti dell’alimentazione umana, prelevendoli sia dalle discariche sia direttamente dai sacchetti e dai
cassonetti della raccolta dei riufiuti. E come tutto il mondo ha potuto apprendere qualche settimana fa dopo l’ormai celebre aggressione alle colombe vaticane, questi uccelli si nutrono anche dei loro – piccioni, storni, rondini e rondoni -, attaccandoli direttmente in volo. E rubandone pure le uova e i pulcini dai nidi.
Che ora il gabbiano reale sia atterrato anche a Viterbo, dopo aver letteralmente invaso Roma negli ultimi anni, è una notizia. Di certo, a questa coppia ritratta nelle suggestive immagini, non mancherà il cibo: dai piccioni e le loro uova, fino ai rifiuti, che purtroppo non mancano nelle viuzze del centro storico. Come non mancherà alla loro prole. Domanda: sono soltanto gli apripista di una futura invasione? Nell’attesa, meglio abituarsi all’immagine: non più merli – quelli sono spariti da tempo -, piccioni – quelli ce ne sono ancora a migliaia – ma anche gabbiani volteggeranno sulle antiche mura della città dei papi. Ci manca soltanto un gatto, accanto alla gabbianella. O forse, un Leopardi.