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“Castel d’Asso, un tesoro lasciato morire”

La necropoli di Castel d'Asso

La necropoli di Castel d’Asso

Viterbo Civica batte, dove il dente duole. Il movimento torna nuovamente a parlare di cultura. Mettendo in risalto una delle tanti chiavi di lettura del caso. Quella legata al turismo. Alle potenzialità di una zona in profonda crisi, ma allo stesso tempo incredibilmente fitta di spunti interessanti per uscirne. E si comincia con la cosa più semplice da fare. Copiare gli altri. Come? Lo spiega il portavoce, Lucio Matteucci.

Matteucci: da dove partire?

“Dall’eredità etrusca. Chiaramente. A Cortona è di scena la mostra ‘Seduzione etrusca’. Ha già superato i duemila visitatori, con tutto l’indotto economico che un flusso di quella portata riversa nelle casse di ristoranti, alberghi e negozi”.

Che poi non sarebbe manco la scoperta dell’America.

“E’ facile lasciarsi sedurre dagli etruschi, misteriosi e senza origine. Lo sanno bene a Perugia, Arezzo, Castiglione della Pescaia, Cerveteri, Chiusi, Cortona, Formello, Grosseto, Montalto di Castro, Piombino, Tarquinia e Volterra. Dove si è deciso di unirsi”.

E non solo.

“Insieme hanno anche pensato di candidare le città dell’Etruria come patrimonio mondiale dell’umanità”.

Viterbo invece?

“Qui si preferisce rivolgere l’attenzione all’Expò di Milano, con amministratori che blaterano di grandi palcoscenici. Snobbando la vera opportunità che avviene a pochi passi”.

Eppure di materiale sul quale puntare ce ne sarebbe.

“Abbiamo la fortuna di possedere una necropoli come quella di Castel d’Asso, riconosciuta su alcuni siti di etruscologia come una delle aree archeologiche più belle, paragonata per importanza alle piramidi egizie”.

Mica male.

“Nonostante ciò decine di tombe sono lasciate nell’abbandono più totale. Abbiamo contato solo due cartelli. Per non parlare dell’impraticabilità dei sentieri. Senza tacere sulla segnaletica, coperta dalla vegetazione. O dell’inciviltà di quanti hanno trasformato l’area in un bivacco”.

E a pubblicità? Come siamo messi rispetto al mondo circostante? “Provate a navigare sui siti on-line altrui. Guardate le fotogallery, notate la pulizia, la sicurezza, informatevi sul costo dei biglietti d’entrata. Quindici euro, che la gente paga senza batter ciglio”.

E si crea indotto. Quindi nuovi posti per disoccupati.

“In un sito di questa grandezza ci sarebbe possibilità di lavoro per molti, dalle guide turistiche agli operai per la manutenzione. Si potrebbe pensare a un punto di ristoro, a un negozio di souvenir…”.

Chi si dovrebbe occupare della sistemazione della zona?

“L’area della necropoli è di proprietà di un privato. Ma quella del castello è della Provincia, che nel 1996 ha speso per il recupero svariati milioni di lire. A giudicare dalle attuali condizioni si è trattato di un intervento inutile”.

Come muoversi pertanto?

“Noi come associazione ci occuperemo della pulizia della tomba. In passato ci hanno speso tempo anche altri. Inutilmente. Poiché snobbati dalle amministrazioni”.

Perciò?

“Probabilmente serve una collaborazione seria tra università, soprintendenza, associazioni, privati e amministrazione. Serve un progetto comune. Serve pubblicità. Servono investimenti. Serve che Roma non accentri tutte le scoperte fatte in terra d’Etruria nei suoi musei. Serve che non dimentichiamo che abbiamo un passato glorioso di cui essere fieri”.

Serve un miracolo. In sostanza.

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