Probabilmente da Villa Lante all’hotel Salus si è reso conto d’un paio di cose. Da un lato le bellezze (tante) inespresse del capoluogo. Dall’altro di quanto ci voglia per attraversare Viterbo (seppur scortato, e pesantemente). Comunque, con qualche minuto di ritardo, il ministro Dario Franceschini si è affacciato alla conferenza fiume di Federlazio. “L’oro degli etruschi”, titolo paraculissimo. E lui (non meno scaltro) ha immediatamente catturato l’attenzione generale. Partendo dal contesto storico. “Non parliamo solo di cose che non vanno – questa l’apertura – Siamo pieni di eccellenze. Vogliamo crescere a tutti i costi. Dobbiamo crederci. Scendendo da Bagnaia ho notato peculiarità straordinarie”.
E quindi la zona gli è piaciuta. Meno male. E ora che lo si sa, viene da chiedersi come intende promuoverla. “Cultura e turismo sono due motori fondamentali in vista della ripartenza – ecco la chiave – sono lieto e convinto di avere in mano il ministero più importante d’Italia. In un’ottica globale ogni nazione punterà su quanto ha di buono. Non si può più né produrre né pensare di regnare su ogni fronte. Noi abbiamo questo. Storia, tradizioni, paesaggi, cibo. Creiamo i presupposti affinché gli altri possano investire qui. Siamo il quinto paese per visite. Il primo in assoluto per desiderio di soggiorno”.
Ed ecco forse dove risiede il succo di tutta la giornata. Senza dinero poco si fa. E ok l’effetto Renzi. Ok la passeggiata all’ombra della Palanzana. Ok il buffet offerto dalla Pro loco. Ma come se ne esce da questo periodo buio? “Al visitatore non importa se il museo sia statale o di altri – ancora lui – l’importante è offrire qualcosa di concreto. Benvengano i progetti pubblico-privato. Noi diamo linee guida. Gli altri ci seguano. È impensabile che l’85 percento del flusso complessivo si fermi solo a Roma. Qualcosina raccolgono Firenze e Venezia. Ma troppo c’è da pubblicizzare e canalizzare”.
Dati concreti. Sciorinata. “In tre mesi qualche passo è stato fatto – chiusura semi promozionale – detrazione del 65 percento per i versamenti dei mecenati. Misure comode per le strutture alberghiere. Digitalizzazione, punto cardine. Decreti snelli. E per terminare vi dico subito che commissariamo l’Enit. Non si può proseguire così. Dobbiamo andare nelle fiere internazionali a promuoverci, come Italia. Non come Regioni, Province, addirittura Comuni che non si sono manco telefonati. Le politiche degli anni 60 sono terminate”.
Ai posteri la sentenza.