29042024Headline:

“Ventidue litri, un limite sufficiente”

Tonino Delli Iaconi

Tonino Delli Iaconi

L’assessore Delli Iaconi, nella sua vita precedente da direttore di Unindustria, ha condotto troppe battaglie del genere per farsi cogliere di sorpresa, oggi, dalla questione Terme dei papi. Né può sconvolgerlo più di tanto la promessa (minaccia?) di Fausto Sensi, apparsa proprio ieri su queste colonne: “Se il Comune dovesse attuare quello che è previsto nella delibera sarebbe una catastrofe, e saremmo costretti a mettere i lucchetti all’impianto”, aveva detto l’amministratore delegato delle Terme dei papi. Già, la delibera, quella che prevede dal 1 agosto, alla scadenza della proroga della subconcessione, l’affidamento in custodia delle acque alla stessa Terme dei papi, ma con limiti di estrazione ridotti (22 litri al secondo). In attesa, dice Palazzo dei priori, di poter fare una gara d’appalto europeo, come previsto dalla legge, per il futuro più a lunga scadenza.

“E’ l’unica soluzione possibile per risolvere un problema oggettivo – ripete oggi Delli Iaconi – e per elaborarla assicuro che abbiamo completato tutti i passaggi, da quelli tecnici col direttore di miniera, a quelli burocratici con  la Regione (proprietaria della concessione, che poi gira al Comune, ndr) e in commissione consigliare. Ora manca il voto del consiglio comunale, che certo potrebbe anche non approvare il tutto. Ma questo è un altro discorso”. L’assessore torna anche a spiegare perché l’affidamento in custodia sia rimasta l’unica strada percorribile: “Il 31 luglio scade la concessione in proroga alla Terme dei papi. La Regione ci ha diffidato a prorogarla ulteriormente, perché non è una forma prevista dalla legge. Impossibile anche allestire una gara europea, anche perché i nostri diritti come Comune scadono nel 2017. Quando avremo, come speriamo, tutto il potere sull’acqua, allora saremo in grado di bandire una gara per un affidamento decennale, od oltre”.

Questo il metodo. I problemi sono scoppiati sulla quantità di acqua termale a disposizione dei Sensi, che Palazzo dei priori vuole abbassare a 22 litri al secondo, mentre attualmente, con i limiti fissati nel 1984 e ribaditi da una recente sentenza al Tar (contro cui il Comune ha fatto ricorso al consiglio di Stato), Terme dei papi può attingere “secondo le esigenze dello stabilimento”, vale a dire oltre i 40 litri al secondo. “Abbiamo fissato un limite – dice Delli Iaconi – laddove prima non era previsto. Lo abbiamo fatto dopo attente valutazioni col direttore di miniera, che conosce da anni la situazione. Crediamo che 22 litri al secondo sia una quantità ragionevolmente sufficiente, questo per l’aspetto termale curativo. Non abbiamo tenuto conto dell’aspetto ludico, penso alla piscina, perché quello francamente non ha attinenza con gli scopi sanitari delle terme”.

Piccolissimo particolare: per la famiglia Sensi quel limite è troppo basso, tanto da giustificare un’eventuale prossima chiusura dello stabilimento. Delli Iaconi: “Non credo che chiuderanno. Sapevano della nostra intenzione, anche se non abbiamo avuto contatti diretti, ci sono stati diversi sopralluoghi del direttore di miniera e del dirigente dell’ufficio tecnico. Piuttosto, se l’azienda dimostrerà tecnicamente che quei 22 litri non sono sufficienti alla loro attività, siamo disponibili a parlarne. Il sottoscritto e il sindaco”. Il messaggio dell’assessore è chiaro: il 1 agosto, senza la firma sull’accordo, il Comune potrebbe essere costretto a chiudere i rubinetti alla struttura. Ma l’impressione è che il limite di 22 litri sia anche una questione simbolica, un avvertimento: la musica è cambiata, l’acqua va gestita con logiche diverse e più moderne, il tutto in previsione della riapertura delle vicine terme ex Inps. In attesa che riaprano (se ne parla da millenni), non c’è nessuna intenzione di lasciare l’acqua in esubero a marcire. E dunque, nessuna porta chiusa ai Sensi se accettano l’affidamento in custodia. E tanto meno nessun rubinetto chiuso.

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