01052024Headline:

Con Taborri l’Ncd entra in maggioranza

Goffredo Taborri

Goffredo Taborri

Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi. E d’altronde era giù successo nel 1989. Ma in una pellicola cinematografica di basso spessore targata Walt Disney. Stavolta invece a urlare il fattaccio dovrebbe essere Leonardo spalle-larghe Michelini. Sindaco di Viterbo. Alle prese con una maggioranza sempre più dalle enormi e variegate vedute. Il consigliere Goffredo Taborri infatti, eletto in lista cinica (non è un refuso) Oltre le mura – che poi è la stessa del primo cittadino – ha ufficializzato il passaggio al nemico. D’ora in avanti indosserà la casacca del Nuovo Centrodestra, pur rimanendo nel gruppo sinistrorso (eufemismo) al comando.

“Una decisione doverosa – queste le sue prime parole dopo la metamorfosi – che ho maturato a seguito di una lunga riflessione. Resto al mio posto però, sia chiaro. Con l’intento di continuare a dare un contributo positivo alla squadra. Anzi, così potrò farlo anche da più vicino”. Poiché, come vuole il regolamento comunale interno, basta un solo rappresentante di partito per poter partecipare alle riunioni dei capigruppo.
Ma il punto non è questo. Anzi, i punti. In quanto la faccenda va letta da diverse angolazioni. O meglio, diversi schieramenti. Ognuno dei quali ha, guarda caso, ottime motivazioni e assoluta ragione. Innanzitutto ci sta il Nuovo Centrodestra. Che gongola. E che ha presentato il primo consigliere comunale viterbese della sua storia in conferenza stampa. Raccogliendo le truppe cammellate al gran completo e rimarcando “la necessità di volti e forze nuove dentro Palazzo dei priori”, come ha sottolineato Daniele Sabatini, pure lui consigliere, ma in Regione, dove fa l’opposizione (anche abbastanza tosta) al governo zingarettiano di centrosinistra. Alla presentazione, tra l’altro, c’era anche l’ex senatora Laura Allegrini, altra consigliera, stavolta in Provincia, stavolta in maggioranza. Insomma: l’Ncd viterbese è uno e trino.
Come se non bastasse ad ingarbugliare la questione spunta anche il parere del Pd. E come la storia del Partito Democratico insegna, per ogni angolo è previsto uno spiffero. Le cosiddette correnti. Fonti di reumatismi, mal di pancia e forti raffreddori. Il segretario comunale a tema, Stefano Calcagnini, appresa la notizia del papabile passaggio, ha immediatamente inviato al pianeta giornalistico una nota dalle tinte lievemente paracule. “Ritengo doveroso precisare che non risulta affatto cambiata la coalizione che ha vinto le elezioni. Non si necessita pertanto di una verifica all’interno della maggioranza – mette le mani avanti Calcagnini –  Taborri ha contribuito ad allargare il perimetro della coalizione vincitrice. Consentendo, in tal modo, al Pd, dopo un lungo interregno di centro-destra, di tornare al governo della città”. Poco importa quindi che ora si affacci a destra. Ciò che conta è che Marini e i suoi siano stati allontanati dalle poltrone. E ancora. “Ricordo che Ncd è insieme al Partito Democratico parte fondante dell’esperienza rinnovatrice del governo Renzi”. Ergo: se lo fanno in Parlamento, non possiamo farlo noi a Viterbo?
No. O meglio. No, secondo il capogruppo Francesco Serra. Che qualche perplessità a riguardo l’ha sollevata. Si prevedono tempi duri per la strana alleanza che ha portato il centrosinistra a governare Palazzo dei priori? “Non sono problemi miei quelli del Pd”, taglia comunque corto Taborri. E grazie, verrebbe da replicare: i problemi, semmai, saranno di Michelini.

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