27042024Headline:

Pugni e musica nella grande notte della boxe

Andrea Di Luisa con l'avversario Diego Velardo e il manager di quest'ultimo

Andrea Di Luisa con l’avversario Diego Velardo e il manager di quest’ultimo

Si presentano qui, nella sala del consiglio comunale, perché prima non si conoscevano. Andrea Di Luisa e Diego Velardo, i due sfidanti dell’incontro valido per il titolo italiano dei peesi supermedi nella Saturday boxing night, il grande evento di pugilato che il prossimo 27 settembre accenderà il PalaMalè come fosse un catino di zolfo. E al di là del nome dell’iniziativa – che rimanda sinistramente all’evento ballerino andato in onda senza successo qualche giorno fa per le vie di Viterbo – c’è da scommettere che sarà un successo.
“Perché? Perché Viterbo è una piccola patria della boxe – ricordano il consigliere delegato allo Sport, Sergio Insogna, e il sindaco Leonardo Michelini, sorprendentemente esperto della nobile arte – Qui si è sempre praticata, nelle palestre e persino nei teatri e negli stadi. Abbiamo avuto grandi campioni e tanti appassionati”.
E allora ecco la serata che tutti aspettano da almeno due anni, dall’ultimo combattimento vero di Di Luisa, il guaglione napoletano che aveva riportato l’entusiasmo per questa disciplina (diventando campione italiano e combattendo anche per titolo internazionali). Organizzata dalla Opi2000, scuderia tra le più importanti del continente, insieme all’immancabile quanto prezioso contributo della Fitness palace dei fratelli Franco e Maurizio Malè e al patrocinio del Comune, la Saturday boxing night mette in palio due titoli. Quello italiano dei supermedi, che Di Luisa rivorrebbe riportare a casa e che il romano Velardo vorrebbe conquistare per la prima volta, e quello europeo dei pesi leggeri, che Emiliano Marsili da Civitavecchia detiene e che metterà in palio contro l’ungherese Gyorgy Mizsei. Il programma del sottoclou pure è interesssante, e servirà a riscaldare l’ambiente prima del grande, doppio finale: ci sarà il peso massimo croato Josip Granic, il welter Alessandro Caccia, il mediomassimo Alessandro Sinacore. Biglietti in prevendita allo stesso Fitness palace e all’Underground di via della Palazzina: 15 euro per la tribuna e 25 per l’esperienza unica del bordo ring.

Di Luisa è coccolato da tutto il suo staff: da papà Michele e dal maestro Mario Massai, che ne seguono gli allenamenti (“Andrea sta bene, è già a peso”, confida il padre). Dagli amici di sempre, Malè in testa e Carlo Gobbino, che con la sua Villa Sofia è parte integrante dell’organizzazione logistica. “Pure col microfono, e non solo sul ring sono molto veloce – scherza Di Luisa – perciò non faccio altro che ringraziare me stesso e il mio avversario. Sarà un grande match”. Velardo, col suo look da rapper, si limita a definire “un onore affrontare Andrea”. E applausi.
Marsili, invece, al quale potrebbero aprirsi scenari mondiali in caso di riconferma, è affiancato da Federico Zampaglione, il leader dei Tiro mancino, nonché ultimanente regista cinematografico, ma qui in veste di amico di Emiliano e grande estimatore della boxe: “Che non è uno sport violento o da strada – dice il cantautore, accolto da star – Semmai è una disciplina completa, che insegna il sacrificio e l’umiltà. Sono sempre stato appassionato di pugilato, con Marsili ho trovato un buon amico e un grande pugile, il quale non avrà problemi per vincere anche il match del 27”. Dall’organizzatore Cherchi, invece, lodi sperticate a Viterbo, città “piena di storia, che non conoscevo e che ospiterà una serata unica, con due titoli in palio”. Impossibile da realizzare, se non ci fosse la passione dello zoccolo duro viterbese e un campione come Di Luisa, in grado di attrarre le energie positive degli sportivi, degli imprenditori, dei tifosi.

Ringraziamenti finali: per la Scuola sottufficiali dell’esercito, da sempre vicina ad Andrea, e alla Compagnia portuale di Civitavecchia, dove Marsili lavora. Perché va bene essere campioni sul ring, ma è la vita di tutti i giorni che picchia più duro di qualsiasi avversario, ed è lì che non bisogna andare al tappeto. Mai.

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