28042024Headline:

I ragazzi della Terza C

Iveco 50, trattoretto e quod, i pesanti mezzi dell'Etrusca

Iveco 50, trattoretto e quod, i pesanti mezzi dell’Etrusca

Gira voce che il tipo che l’ha portato su dal Napoletano abbia viaggiato col boccaio da sub, poggiato fuori dal finestrino. Perché l’Iveco 50 dell’Etrusca ha il motore sciaguratamente ubicato tra conducente e passeggero. In prima linea, sotto il parabrezza. E ad ogni pigiata sull’acceleratore (cilindrata 4500, mica ‘na Smart) l’abitacolo si riempie di fumo che manco al concerto dei Pooh. Tra l’altro il losco corriere poi, dopo aver consegnato il rottame direttamente al campo sportivo, ha incassato i soldi (liquidi) ed è evaporato nel nulla. Qualcuno ancora si chiede come sia tornato al Sud. Mistero. Forse in autostop.
Comunque. Anticamente il mezzo serviva a scorrazzare bambini da casa a scuola e viceversa. Sul libretto di circolazione la data di nascita indica il 1980. Ma in diversi avanzano seri dubbi: questo girava già durante il fascismo, hanno solo smontato i razzi.
Giunto a Capodimonte son partite subito le modifiche. Al blu Cotral è stato preferito un bianco casa africana. Vuoi che una mano di bianco fa sembrare sempre tutto pulito e sterilizzato, vuoi che tra le tinte è quella che costa meno. E poi ci si appiccicano bene gli adesivi, quelli donati dalle attività locali che han dato una mano per l’acquisto e, principalmente, per la manutenzione. Tanta manutenzione.
Diciotto posti più due, c’è scritto su una placca in metallo. Non è dato sapere se la coppia è quella ubicata a prua, o magari deve alloggiare in piedi lungo il corridoio. In ogni caso quasi trenta persone ci vanno, se stipate bene. Più altrettanti borsoni, sia chiaro. Che il bagagliaio mica ci sta. Però il diesse Vincenzo Valiserra nel tempo ha apportato altre deliziose migliorie. Tipo la bambola di pezza sullo specchietto retrovisore. E due fili semi scoperti che permettono di far arrivare la musica fino in fondo. E poi, sempre lui, passa tutt’ora col cesto delle merendine dopo ogni trasferta, quando si tenta la via del ritorno. Un Mars finto (ossia, una controfigura comprata al discount) costa quanto un piatto di spaghetti cucinato da Vissani. Ma l’acquisto è paragonabile a un nobil gesto. Col ricavato ci si mette benzina.

Gli interni originali del 1980

Gli interni originali del 1980

La prima volta si è piantato sul salitone che porta a San Lorenzo Nuovo (guidava il capitano Olando Rocchi, che durante il militare aveva preso la patente adatta). Toccò di spingerlo, ma si riprese. E si finì per entrare in campo senza riscaldamento. Recentemente invece è morto a Monte Romano. Ridente cittadina dalla quale è tornato solo pochi giorni fa. A seguito di lunga contrattazione col meccanico locale. Troppo esoso, giurerebbero i dirigenti. E in effetti 1500 euro non sono caramelle.
Ciò nonostante l’Iveco ancora respira. Ok, forse il termine adatto è singhiozza. Attaccato alla vita come un rampicante. Ma sempre pronto ad una nuova avventura. Tra cori da stadio, colonne sonore che variano da Holly e Benji ai Megadeth. E blocco inattesi dei tergicristalli. C’è pure chi l’ha usato, durante una nevicata, come trampolino per lo snowboard.
Questo è il pulmino dell’Etrusca. Che pure a Marta ce l’hanno, ma l’hanno comprato dopo. Compagno inseparabile della roulotte ufficio, del quod barella, della cabina pescheria trasformata a bar, del trattoretto falcia-erba, e dei tanti (troppi) malcapitati passeggeri che ogni santa trasferta amano intossicarsi.

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