29042024Headline:

“Talete, il centrodestra faccia la sua parte”

Il sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli

Il sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli

“Basta con lo scaricabarile. Tutti (Regione, Ato, sindaci, Talete) hanno responsabilità e devono sapersele assumere. Scaricare sempre sugli altri non è né utile, né serio”. Parole e musica di Gianluca Angelelli, sindaco di Civita Castellana, in risposta alle esternazioni a Viterbo Post del presidente della Provincia Marcello Meroi. “Non mi è piaciuta per niente – attacca – la definizione della Regione ‘convitato di pietra’. Non è così perché ci sono livelli di responsabilità che vanno rispettati. Concordo con il presidente Meroi solo quando afferma che non c’è più tempo per rinviare il commissariamento dei Comuni. Che non significa obbligarli ad acquistare le quote di Talete (questo non può imporlo nessuno), ma obbligarli a conferire il servizio al gestore unico”.

E la convergenza (parziale) si registra anche su un altro punto: “Anche per me è immorale pensare di utilizzare i soldi dei cittadini per i debiti di Talete o per sostenere le inefficienze. Se però tali somme vengono utilizzate per miglioramenti strutturali, per sistemare la rete e in generale il servizio, non ci trovo nulla di sbagliato o scandaloso”.

La corrispondenza di amorosi sensi termina qui. “Non è vero – afferma il primo cittadino civitonico – che la Regione non ha tirato fuori soldi per la Tuscia. Lo dimostrano i 15 milioni di euro (divisi tra 2014 e 2015) stanziati per l’emergenza arsenico. Non era mai accaduto in passato”. Ma il cahier de doleances non si esaurisce qui.   “Dov’erano i sindaci del centrodestra quando bisognava stabilire le tariffe? Hanno disertato quasi in blocco. E così l’Ato non ha deciso e adesso toccherà all’Autorità per l’energia deliberare. Si fanno davvero così gli interessi dei cittadini? E’ un gioco al massacro che non è più accettabile”. Angelelli è un treno in corsa e non si ferma più: “Chi sceglie di non scegliere – scandisce – e scarica su altri è un irresponsabile. E’ un giochino col quale in verità i sindaci, anche di centrosinistra, amano cimentarsi. Il ragionamento è semplice: io non ho deciso di aumentare le tariffe e quindi i cittadini non se la possono prendere con me. Ma lo scaricabile, dopo 6 mesi dall’elezione a primo cittadino, non vale più”.

Intanto Talete rischia di affogare… “Anche su questo serve far chiarezza. Il Parca è stato approvato, mentre la parte riguardante la fideiussione è stata scorporata”. In pratica Talete chiedeva ai comuni di garantire con le banche sull’erogazione di prestiti: quando si parla di soldi, insomma, non c’è mai nessuno pronto. “Non è così – replica Angelelli -. Un percorso del genere deve essere unitario, anzi unanime. Faccio un esempio: se il Comune di Viterbo acquista quote della società per un milione di euro e il Comune di Civita Castellana no, che cosa succede? Sul piano pratico nulla: Viterbo avrà più peso azionario, ma alla fine dell’anno non potrà vantare maggiori utili perché Talete non distribuisce dividendi. Mentre il servizio continuerà ad essere fornito, ai viterbesi come ai civitonici, con le stesse modalità. Allo stesso modo, le garanzie dovranno essere fornite contestualmente da tutti i soggetti interessati. Il centrodestra ha davvero la coscienza a posto su questo tema?”.

Intanto si parla di gestore unico regionale: che ne pensa? “Ritengo la proposta condivisibile. Perché pone tutti i laziali sullo stesso piano e quindi permette di venire incontro agli Ato deboli, qual è quello della Tuscia: territorio molto vasto e, in proporzione, pochi residenti. Così si redistribuisce il peso e si compie un atto di equità”. E se fosse privato? “Scusate ma qual è il privato che si carica i debiti senza battere ciglio? Vediamo quali sono le condizioni. Non è un totem indiscutibile: parliamone mettendo bene le carte in tavola”. In conclusione? “Serve come primo atto il commissariamento dei comuni che ancora non hanno ceduto il servizio e serve che tutti facciano la loro parte, i sindaci in primis, di qualunque colore politico: non mi va di sentire più discorsi ideologici quando poi magari nel proprio comune non si è ancora provveduto al depuratore…”.

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