28042024Headline:

Comuni latitanti e Talete resta all’asciutto

In mancanza di impegni, il rilancio della gestione pubblica resta un'utopia

Talete, il solito buco nell'acqua

Talete, il solito buco nell’acqua

Nessuna nuova, buona nuova. Nel senso che è meglio non avere notizie, piuttosto che averne di brutte. L’antico adagio si attaglia male, anzi malissimo, alla situazione della Talete. Dove eravamo rimasti? All’assemblea Ato di metà dicembre 2014, durante la quale quasi all’unanimità (con l’unica eccezione del comune di Barbarano Romano e della Provincia di Viterbo) fu approvato l’impegno da parte dei Comuni a ricapitalizzare Talete o almeno a fornire le garanzie necessarie per poter chiedere prestiti e/o finanziamenti alle banche. Tutti i comuni, si badi bene, di qualunque parte politica. C’era anche il sindaco Michelini in quel consesso e un  consiglio comunale straordinario proprio dedicato alla questione acqua si è risolto nei giorni scorsi in un buco nell’acqua: tante belle parole, nessun atto concreto.

Che cosa è accaduto da quel fatidico 19 dicembre? Nulla, assolutamente nulla. Non si è mossa foglia. E non si parla delle amministrazioni assenti in quella occasione, ma di quelle presenti che si erano impegnate, attraverso l’approvazione del lodo Bambini (il sindaco di Acquapendente che lo aveva proposto) ad intervenire per consentire a Talete di applicare il Parca, l’ormai famoso piano per di investimenti e di interventi che, senza adeguati sostegni economici, non ha le gambe per camminare.

Il sindaco Michelini, il presidente di Talete Bonori e il direttore tecnico Giorgi

Il sindaco Michelini, il presidente di Talete Bonori e il direttore tecnico Giorgi

“Voto favorevole, subordinando all’approvazione del consiglio comunale nei tempi e modi che determinerà lo stesso, l’aumento di capitale sociale o fideiussione in favore di Talete o altre forme migliorative che potrebbero scaturire dall’evoluzione delle normative, non precludendo finanziamenti esterni garantiti dalla Regione”: ecco il testo integrale di quella sorta di emendamento che dava di fatto il via libera al sì delle amministrazioni comunali.

Il problema è sui tempi e sui modi: finora niente si sa dei tempi e ancor meno dei modi. Con la palese conseguenza che l’intero processo decisionale è completamente bloccato. Senza aumenti di capitale e senza garanzie, è pura utopia pensare di andare a chiedere soldi agli istituti di credito. La risposta sarebbe quella già avuta in circostanze analoghe qualche mese fa: ma con appena 450mila euro di capitale e una montagna di debiti, che cosa pensate di ottenere? Intanto, a giorni partirà la convocazione per l’assemblea dei soci della Talete, da tenersi entro la prima metà di febbraio. La sede dove i nodi inesorabilmente verranno al pettine. Per l’ennesima volta.

Quindi, come il gioco dell’oca, si torna alla casella di partenza, dalla quale a dire il vero non ci si è mai mossi. Come prima, peggio di prima. Visto che il tempo passa e l’acqua scorre…

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