28042024Headline:

Matteo, Silvio e il “pacco” del Nazzareno

Dialoghi viterbesi, registrati in famiglia, su fatti e misfatti del capoluogo e dintorni

avventure disegno“Chi adera?” chiese Barbara ad Antonio, mentre era intenta a rammendare – ago e filo in mano – l’ennesimo calzino che aveva un’evidente “presa d’aria” all’altezza dell’alluce.

“Er coriere” rispose Antonio con aria di sufficienza, in quanto in quel momento la sua attenzione era tutta dedicata a quella vite del decespugliatore che s’era incrostata per la ruggine e non ne voleva sapere di uscire dal suo alveo.

“E c’ha portato?” chiese ancora Barbara incuriosita.

“Un pacco” replicò Antonio.

“Vabbé, e che c’è dentro? Ce potrebbe sta l’aspirapolvere novo, quello ordinato co’ internette”.

“Pò darsi, ma lo apro doppo, che mo’ c’ho da fa’. Ah Ba’, lasseme perde che c’ho da finì ‘sto lavoro che me sta a fa’ diventà scemo!”

 “Io perde te ce lasso, ma prima apri er pacco, che so’ curiosa. Magari c’è ‘na sorpresa…”.

“Sì, vabbè. E mica è ‘n ovo de Pasqua. E poi le sorprese ponno esse belle, ma puro brutte. Come quella der ‘pacco’ der Nazzareno”.

“Scusa Antò, ma quello nun adera er patto der Nazzareno? Quello tra Renzi e Berlusconi?”.

“Sì, all’inizio era er patto, ma poi è diventato er pacco. Anzi: “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” come l’urtimo filme del poro Nanni Loy”.

“Ah, mo’ ho capito. Certo, co’ quella fregatura che Renzi j’ha dato ar poro Berlusca…”.

“Beh, j’ha fatto er pacco. Ha eletto er presidente che voleva lui, ha ricompattato er Piddì, ha costretto Arfano a fa’ ‘n’antra vorta er cagnolino e ha disintegrato Forzitalia. Nun te basta?”.

“Sì, però mo’ so’ cazzi per ragazzetto…” sottolineò Barbara con aria vagamente interrogativa.

“E perché?” replicò subito Antonio.

“Perché le riforme mica so’ finite. C’è da approvà l’Italicum a la Camera, la nuova Costituzzione che abolisce er Senato. E i trinariciuti der Piddì hanno ricominciato a riarzà la capoccia. Dicono che tocca cambià, sennò nu’ le voteno. E Forzitalia ha detto che er patto der Nazzareno s’è rotto…”.

“Bene, bene. Mejo così. A Renzi j’hanno messo ‘n’antra vorta er pallone davanti ar portiere. E lui ce mette poco a tirà e fa’ golle”.

“Antò spieghete, che questa nun l’ho capita”.

“Allora, pijamo l’Italicum, che mo deve approvà la Camera e poi è finito. Berlusconi ha voluto a tutti li costi er capolista bloccato, perché lui vo’ fa elegge solo quelli che vole lui. Invece li trinariciuti der Piddì vonno tutte preferenze, sennò nu’ lo voteno. Ar Senato è annata così’ e li voti de Forzitalia so’ stati determinanti”.

“Questo ce lo so. E mo’ che succede?”.

“Succede che Renzi telefona ar Berlusca e je dice: ‘Caro Silvio, se tu non voi votà più l’Italicum, io levo li capilista bloccati ce metto le preferenze dapertutto. E li voti pe’ approvallo li trovo lo stesso. Dai trinariciuti der Piddì, da Sel e puro da un po’ de grillini. Che voi fa’?”.

“Che paraculo! E così l’incastra ‘n’antra vorta”.

“Sì. Sull’Italicum e su tutte l’antre riforme. Co’ la politica dei du’ forni”.

“E ‘l poro Arfano che fa?”

“Er cagnolino, come sempre. A lui, del resto, je ‘nteressa la soija de’ sbarramento ar 3 per cento, sennò la prossima vorta er Parlamento lo vede cor binocolo…”.

“Antò, lo sai che c’hai raggione? Mattarella è stato er pacco, l’Italicum er doppio pacco e la riforma de la Costituzzione sarà er contropaccotto”.

“Beh, dopo tante fregature che Berlusconi ha dato ar centrosinistra – a comincià da la Bicamerale che lasciò D’Alema a culo scoperto – ce voleva un fijotto sveijo come ‘na vorpe pe’ fregallo…”.

“E’ vero Antò. E allora: viva la politica de du’ forni…”.

 “A proposito: stasera vengono a cena li fiji e tocca fa’ la pizza napoletana. La famo cor forno a legna o co’ quello elettrico?”.

“No, Antò. Pe’ la pizza la politica dei du’ forni nun va bene. Ne basta uno. Quello a legna, che viè più bbona…”

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