Il sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli
Come volevasi dimostrare. Man mano che si avvicina la data fatidica, cresce l’interesse delle forze politiche per chi guiderà la Provincia prossima ventura, dopo il pesante depotenziamento deciso dalla riforma Delrio sulle competenze dell’ente. Inutile girarci intorno: tutte le attenzioni sono puntate sulla carica di presidente, che sarà eletto con voto ponderato da sindaci e consiglieri comunali dei comuni del territorio e dai consiglieri provinciali uscenti. Sulla carta, il centrosinistra dispone di un’ampia maggioranza e dunque parte con i favori del pronostico, come si suol dire. Il problema però è che l’appetito vien mangiando e dunque le varie anime democrat cominciano ad agitarsi per cercare di guadagnare le posizioni migliori in vista dello sprint finale.
Le danze sono cominciate con una riunione della corrente fioroniana, durante la quale il lider maximo avrebbe posto una serie di paletti. Nomi a quanto se ne sa non ne sarebbero stati fatti, anche se qualche timido abboccamento ci sarebbe sul primo cittadino di Capranica, Angelo Cappelli che a Palazzo Gentili è stato anche assessore. Caratteristica che può inserire nel suo curriculum anche l’omologo di Tarquinia, Mauro Mazzola, il cui movimentismo delle ultime settimane lascerebbe presagire qualche cosa più di una nomination. Dalla sua, il sindaco tirrenico avrebbe ovviamente tutta la componente sposettian-pannunziana: esattamente ciò che va di traverso all’attuale presidente della commissione Moro. Che, peraltro, nel suo intervento davanti ai fedelissimi avrebbe riproposto lo schema vincente utilizzato quasi due anni fa per il Comune di Viterbo: un candidato moderato che, tramite apparentamenti e accordi, sappia far convogliare su di sé anche i voti del centrodestra. Nell’eterna diatriba Fioroni – Sposetti , si inserisce però un ulteriore elemento: che decideranno di fare i renziani di Tuscia? E qui si aprono scenari non facilmente interpretabili. Gianluca Angelelli, sindaco di Civita Castellana, rappresenta sicuramente la punta di diamante di quell’area e, in queste ultime settimane, sarebbe stato sollecitato a compiere un passo avanti da altri colleghi della bassa Tuscia. “Smentisco nella maniera più assoluta – interviene il diretto interessato – quanto scritto da qualche organo di stampa e cioè che io mi sarei attivato per sollecitare consensi sulla mia persona: non è assolutamente vero. E’ vero invece che sollecitazioni in questo senso sono venute da altri sindaci della mia zona”. E che cosa ha deciso di fare? “Non ho preso alcuna decisione e lo farò solo dopo aver ascoltato il pensiero di chi ha voluto puntare su di me”.
Il sindaco di Montalto di Castro Sergio Caci
La situazione, come usa dire in questi casi, è in continua evoluzione e dunque nei prossimi giorni è lecito aspettarsi altri colpi di scena. Dall’altra parte, cioè nel centrodestra, si procede a vista. In un incontro preliminare di qualche giorno fa, sono cominciate le solite schermaglie. Niente da fare con Marcello Meroi, presidente uscente, che in epoca non sospetta aveva manifestato una indisponibilità assoluta, ribadita a chiare note (“Non se ne parla proprio”). Difficile un coinvolgimento di Piero Camilli, tutt’altro che propenso ad impelagarsi in una vicenda che suscita pochi entusiasmi e che lo vedrebbe nella posizione del perdente designato: non è nelle sue corde. Resterebbero in pista due nomi abbastanza forti: il sindaco di Tuscania Fabio Bartolacci e il suo omologo di Montalto di Castro Sergio Caci. La nomination non dovrebbe discostarsi da queste ipotesi. Sempre al netto di possibili liste civiche, magari anche trasversali.
