01052024Headline:

Pd, l’Unione comunale censura Serra

L'assemblea disertata dalla minoranza dei panunziani e degli ex renziani

L'assemblea dell'Unione comunale del Pd di ieri

L’assemblea dell’Unione comunale del Pd di ieri

Sostegno incondizionato a Michelini, riduzione del numero degli assessori, ma soprattutto “una censura politica forte, chiara e inequivocabile” nei confronti del capogruppo Francesco Serra. “Almeno per il momento”. La relazione del segretario dell’Unione comunale del Partito Democratico, Stefano Calcagnini, è una mazzata prevista, anche se ascoltarla – e vederla approvata per acclamazione dai presenti – fa un certo effetto. Ed apre scenari importanti in questi giorni delicatissimi di rimpasto in Comune. Ma andiamo con ordine.

Il pomeriggio democratico era riservato all’elezione della nuova direzione dell’Unione comunale, l’organo che nelle intenzioni dovrebbe dettare la linea del gruppo consigliare a Palazzo dei priori, il famoso metodo Renzi che Viterbopost ha anticipato già dall’edizione di domenica: quello che prevede l’Unione comunale discutere, votare a maggioranza e poi affidare ai consiglieri la linea da tenere. Al voto di ieri, però, si sono presentati soltanto i fedelissimi della componente fioroniana, che qui è maggioranza: la minoranza interna, dopo aver chiesto cinque rappresentanti in lista contro i due offerti da Calcagnini, diserta il seggio. Otto gli eletti (eccoli, anch’essi tutti d’area con l’eccezione della sposettiana Cinzia Boni), due posti lasciati vacanti qualora la stessa minoranza decidesse in un secondo momento di aderire.

Poi arriva la relazione di Calcagnini, durissima nei confronti di Serra (“Nei confronti del quale nutro sentimenti di stima, rispetto e finanche amicizia”), colpevole però “di avere di fatto sfiduciato l’operato del sindaco e della giunta nel comunale, in dissenso con la linea più volte espressa e ribadita da questa assemblea”. E il riferimento è all’intervento del capogruppo nel consiglio comunale di giovedì scorso, quando aveva criticato l’azione del governo Michelini.

Francesco Serra, capogruppo del Pd

Francesco Serra, capogruppo del Pd

Serra comunque non si vede, nonostante qualcuno ci speri. Né è dato sapere se lui e gli altri dissidenti ingoieranno il rospo, anche se le assenze di ieri sono quasi un atto di disconoscimento dell’organo Unione.

E  veniamo ai movimenti che interessano la giunta, per il momento lievi ma in fase di decollo già da stasera, quando ci sarà un vertice di maggioranza. La promozione ad assessore dello stesso Serra risolverebbe un sacco di spine al Pd, ma il diretto interessato non sembra convinto (era già successo a giugno del 2013, nei primi giorni dell’amministrazione Michelini). Se dovesse accettare, a lasciargli il posto sarebbe Tonino Delli Iaconi, esterno in quota renziana anche se i renziani sembrano essere spariti dai banchi della maggioranza… Altrettanto difficile che Serra venga sfiduciato dai suo stessi consiglieri democratici, visto la maggior parte sono con lui (“Sfiducia? Sono prerogative del gruppo consigliare, io non entro nelle faccende che non mi competono, a differenza di segretari più autorevoli e importanti di me”, dice Calcagnini). Resterebbero le dimissioni, o magari una serena autocritica dopo la censura e la promessa scout di non farlo mai più.

La platea

La platea

Altre ipotesi: confermata la riduzione della squadra a sette elementi (attualmente sono otto), con Valeri e Zucchi in uscita e l’ingresso della panunziana Alessandra Troncarelli, alla quale andrebbe la delega alla polizia locale, al personale e al patrimonio. Luisa Ciambella è la superfavorita per prendere la delicata delega ai Servizi sociali, anche se potrebbe lasciare il Bilancio (qualcuno dice a Giacomo Barelli, ma è prematuro scommetterci). Ma siamo sicuri che cinque assessori al Pd, due alla nuova federazione civica (che comunque hanno anche il sindaco) e uno all’esterno Vannini siano il giusto equilibrio? Toccherà a Michelini, come al solito, andare di bilancia. Anzi, di bilancino.

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