30042024Headline:

Provincia, hanno vinto Fioroni e Battistoni

Una modestissima analisi del voto. Solo Aquilani salva il centrodestra

Vertice tra Fabbrini, la presidente del consiglio De Alexandris e la vicesindaco Ciambella

Vertice tra Fabbrini, la presidente del consiglio De Alexandris e la vicesindaco Ciambella

Dietro Mauro Mazzola ci sono dodici persone che pure ieri hanno festeggiato. Sono i nuovi consiglieri provinciali, eletti a suon di voti dai loro colleghi sparsi per tutta la Provincia (in totale gli aventi diritto erano 719) e che saranno chiamati ad assicurare l’attività dell’ente almeno per i prossimo due anni. Poi si vedrà, o meglio vedremo cosa deciderà il Governo sul destino delle italiche province.
Nove sono i consiglieri che già da oggi possiamo assegnare alla maggioranza di centrosinistra, tre alla minoranza di centrodestra, mentre la lista “Ricominciamo a fare politica da sinistra”, non è riuscita ad eleggere alcun rappresentante in assemblea. Ma andiamo con ordine.

Michelini insieme a Laura Voccia, nuova consigliera provinciale da Tarquinia

Michelini insieme a Laura Voccia, nuova consigliera provinciale da Tarquinia

Centrosinistra Nel Partito democratico sono stati eletti – in rigoroso ordine alfabetico – Gianluca Angelelli (sindaco di Civita Castellana), Luciano Cimarello (sindaco di Montefiascone), Aldo Fabbrini (consigliere comunale di Viterbo), Maurizio Palozzi (consigliere comunale di Canepina), Mario Quintarelli (consigliere comunale di Viterbo) ed Eugenio Stelliferi (sindaco di Caprarola). La bocciatura più clamorosa è quella di Mirco Luzzi, sindaco di Castiglione in Teverina. In sostanza, e ragionando in punta di pallottoliere e salvo smentite: tre fioroniani (Cimarello, Fabbrini e Stelliferi), due renziani (Angelelli e Quintarelli), un panunziano (Palozzi).

Bartolacci con Laura Allegrini e Maria Gabriela Grassini

Bartolacci con Laura Allegrini e Maria Gabriela Grassini

La lista civica Moderati e Riformisti, ha eletto Maurizio Tofani (consigliere comunale di Viterbo), Livio Treta (pure consigliere comunale di Viterbo) e la tarquiniese Laura Voccia. Tra gli esclusi, spicca il sindaco di Fabrica di Roma Mario Scarnati, una di quelle candidature discusse perché provenienti dall’area di centrodestra. Tofani va ascritto alla corrente dei gigliani (“I voti che ha preso vengono ancora da quella parte”, dice un ben informato), mentre Treta è sostanzialmente fioroniano e la Voccia – vera sorpresa della lista – è un’altra candidatura che aveva sollevato polemiche da parte del centrodestra cornetano, che aveva ricordato come la stessa era stata eletta nel 2012 al Comune di Tarquinia in quota Udc. Ma ormai è fatta. E le previsioni del padre nobile della lista, Leonardo Michelini, che puntavano a quattro consiglieri, si sono quasi avverate. E dovrebbe essere soddisfatto anche l’ispiratore più o meno occulto, quel Giuseppe Fioroni che tra Pd e civici piazza la pattuglia più numerosa sui banchi del nuovo consiglio. L’operazione che aveva già avuto successo per il Comune di Viterbo ha funzionato ancora. “Segno che il Pd è un partito moderato – fa sapere lo stesso ex ministro – del quale le persone si fidano. Un modello che sicuramente funziona”.

Sandrino Aquilani, unico eletto per Forza Italia

Sandrino Aquilani, unico eletto per Forza Italia

Centrodestra. Qui il quadro è desolante. Se lo scopo di questa elezione era quello di “contarsi” (qualsiasi cosa voglia dire), i calcoli sono presto fatti. La lista Centrodestra unito (più un auspicio che un dato di fatto), che sosteneva apertamente Bartolacci ha fatto passare soltanto due consiglieri, il civitonico Alberto Cataldi (che ha raccolto i voti di Fratelli d’Italia) ed Elpidio Micci, consigliere comunale a Viterbo per il gruppo misto ma sul quale, in provincia, si sono concentrati i voti del Nuovo Centrodestra. Forza Italia non riesce a piazzare nessuno, a partire da quel Sergio Caci, sindacvo di Montalto, che avrebbe dovuto essere uno dei grossi calibri.

A salvare i berluscones ci pensa l’altra lista, Le Ali della libertà, che elegge un solo consigliere, ma pesante: si tratta del sindaco di Vetralla Sandrino Aquilani. Non eletto, invece, il sindaco di Grotte di Castro Piero Camilli (“Ma lui ha fatto una battaglia di libertà”, dicono).

Gongola, e giustamente, l’ideatore della squadra Francesco Battistoni: “Un bel risultato – dice il vicecoordinatore regionale di Fi -, soprattutto perché siamo riusciti ad eleggere Aquilani senza neanche aver preso una preferenza a Viterbo, dove il voto ponderato valeva tantissimo. Continuiamo a lavorare, in previsione di quando ci saranno elezioni vere”. Già, perché queste qui, di elezioni, non sono riuscite a coinvolgere quasi nessuno. A parte i diretti interessati, s’ìntende.

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