28042024Headline:

Randagismo e abbandono: “Non fate i cani”

Elvia Viglino sollecita le istituzioni: "Subito la sterilizzazione delle femmine"

Elvia Viglino, di Amici animali

Elvia Viglino, di Amici animali

Prima si sono riunite. Poi hanno deciso di inviare una lettera aperta alle testate giornalistiche e, soprattutto, a lorsignori politicanti. Poiché il periodo è caldo (non solo in senso climatico), e certe dinamiche vuoi o non vuoi si ripetono regolarmente nel medesimo arco di tempo.
Ora, innanzitutto, chi si è riunito? Le associazioni animaliste provinciali. E, seguendo, qual è il punto della missiva? L’abbandono dei cuccioli. Con relative et ampie problematiche annesse.
Ma partiamo dal principio. A parlare è Elvia Viglino. Quella signora tutto pepe che prima si è inventata, e tutt’ora gestisce con le unghie e con i denti, il cosiddetto “canile” di Bagnaia. È lei che ci mette la faccia, da presidente di “Amici animali”. Ma a nome pure di Paola Menino (Oipa Viterbo), Cristiano Zappi (Mifidodifido), Teresa Tosi (rifugio Speranza, Tuscania) e Rita Storri (Incrociamo le zampe).
“Ci si è incontrati per discutere del randagismo e dell’abbandono – apre la Viglino – e abbiamo pensato di sollecitare Ausl, Provincia e Comune. Non siamo sicuramente sulla buona strada. I fenomeni appena descritti sono in aumento, e le misure prese fino ad oggi non bastano”.

Randagismo e abbandono, due piaghe molto diffuse

Randagismo e abbandono, due piaghe molto diffuse

Andiamo quindi a vederle, queste misure. “Nel 2010 si è partiti con la sterilizzazione a basso costo – prosegue – della quale non si sa più nulla. Comprese quei 20mila euro che erano stati destinati a tale pratica. L’anno passato si è pensato poi ai microchip. Che un pochino hanno funzionato. Ma oggi? Nulla. Col risultato che il 70-80% delle cucciolate ce lo ritroviamo per strada o addirittura ci viene lasciato fuori le nostre strutture”.
Prima domanda: come mai? “Non discutiamo per niente dell’inciviltà del gesto – aggiunge – ma ricordiamo che si tratta comunque di un reato, sancito dalla Costituzione. Vogliamo trovare poi altre motivazioni? Crisi economica e di valori. Il tutto però porta ad un solo, tristissimo, epilogo. Da un lato gli animali sono condannati ad una vitaccia. Dall’altro costano, e non poco. Ai Comune, alle Province. E l’incredibile aumento di gente che si sveglia la mattina e vuol aprirsi un canile, fa tanto pensare che qui si passa dalla passione e dal volontariato al business. Che grava sui contribuenti”.
Per onor di cronaca, va sottoscritto che un randagio è sì adottato da una struttura. Ma a pagarlo siamo tutti. Per ogni cane tot euro giornalieri. Insomma, una spesa non da poco. “Che si intervenga in fretta – chiude – che si sterilizzino almeno le femmine. Saranno così minori i danni provocati dai randagi. Il loro mantenimento sarà contenuto. Non serviranno nuove strutture pubbliche di ricovero. E se ne gioverebbe anche l’igiene urbana”.

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