29042024Headline:

Salvator mundi, un altro capolavoro viterbese ad Expo

L'opera della fine del 400 è uno dei pezzi più importanti del Rinascimento a Viterbo

Il Salvator Mundi di Girolamo da Cremona in cattedrale

Il Salvator Mundi di Girolamo da Cremona in cattedrale

E’ una delle opere più importanti del Rinascimento ospitate a Viterbo. Paragonabile a quelle di Sebastiano Del Piombo, per dire. La dipinse Girolamo da Cremona, nel 1472, benché su questa attribuzione non manchino ancora dubbi e speculazioni. Si trova nella navata sinistra del duomo, la cattedrale di San Lorenzo. E ieri mattina, previo impacchettamento e con tutte le precauzioni del caso, è partita per Milano, destinazione Expo.

Il Salvator Mundi sarà uno dei pezzi esposti per Tesori d’Italia, la mostra organizzata da Vittorio Sgarbi e inaugurata il 22 maggio scorso all’interno del padiglione di Eataly. Già, quello stesso padiglione che ospita, nel suo giardino, un altro capolavoro viterbese, la Macchina di Santa Rosa. Dentro, invece, l’opera di Girolamo da Cremona sarà in ottima compagnia, con oltre 350 tra dipinti e sculture provenienti da tutto lo Stivale e da ogni epoca: da Lorenzo Bernini, per capirci, a Renato Guttuso, senza trascurare gli artisti viventi.

Le operazioni di trasferimento ieri mattina al Duomo

Le operazioni di trasferimento ieri mattina al Duomo

Sgarbi aveva già inutilmente cercato di portare a Milano La Pietà di Sebastiano del Piombo, fermata però dalle solite beghe burocratiche. Ma era rimasto colpito anche dal Savator Mundi, che grazie alla sensibilità della Curia viterbese ieri ha potuto prendere la strada verso la Lombardia, per questi ultimi mesi di Expo, con una visibilità straordinaria sia di visitatori (finora oltre sei milioni di ingressi) sia a livello mediatico, visto che Tesori d’Italia gode di grande popolarità presso televisioni e mezzi di comunicazione italiani e stranieri.

Poi potrà tornare nella sua collocazione naturale, la cattedrale di San Lorenzo, accanto al magnifico museo Colle del duomo gestito da Archeoares, per ricevere i turisti e i viterbesi che vorranno ammirarla ancora.

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