29042024Headline:

Sbloccare il Comune? Una prova di buonsenso

Per uscire dall'impasse Michelini usi la sua arma migliore. Sennò meglio mollare

Il sindaco Michelini durante un'intervista

Il sindaco Michelini durante un’intervista

“Governare è meglio che fottere”, diceva quello. O qualcosa del genere. D’accordo: il voto alla frase è 9, ma è un voto teorico. Perché la condizione vincolante è che si governi. Quando invece si finisce per non poter governare, be’, è meglio continuare tranquillamente a fottere, e a fottersene della politica.

Ciò che sta succedendo adesso al Comune di Viterbo, sempre restando in tema, è qualcosa di simile all’impotenza (voto 7). Gli uffici, almeno quelli più importanti, sono bloccati, schiacciati da un paio d’inchieste giudiziarie, imbrigliati nei lacci e lacciuoli della burocrazia della peggiore specie. La burocrazia che diventa il rifugio dei pavidi, la ridotta dei vigliacchi.

L’impressione è che gli attuali amministratori siano delle povere vittime di questa storia. Incapaci – forse perché inesperti – a sbrogliare la situazione, a venirne a capo. Se un ufficio (o un dirigente) non funziona, ne risente tutta l’attività della grande macchina comunale. E perciò sarebbe il caso che il politico eletto esercitasse tutto il suo potere per risolvere l’intoppo e far riprendere la marcia al meccanismo. Come? E’ una parola.

Intanto, ci sarebbe il carisma, che è una dote preziosa e innata, e perciò non si compra al Lidl (voto 6.5). Di uomini di carisma, qui e adesso, se ne vedono pochi, tra gli assessori o nello stesso sindaco. Carisma, per dire, lo aveva Gabbianelli, lo aveva Nando Gigli ai bei tempi, e pochi altri. Però Michelini avrebbe un’altra qualità per supplire alla mancanza e provare comunque a risolvere la situazione.

Il cortile di Palazzo dei priori

Il cortile di Palazzo dei priori

Il dialogo, il ragionamento, il buonsenso: chiamatelo come vi pare, ma è lo stesso ingrediente che consentì al buon Leonardo, venticinque mesi fa, a (con)vincere i viterbesi e a (stra)vincere le elezioni. Una forza tranquilla, se volete borghese, che spazzò via la destra più inetta che s’era mai vista e portò al governo il centrosinistra, quelli che le avevano sempre buscate. Ecco: riscoprire quei toni, e quei modi, e applicarli anche nella giungla degli uffici, nel sottobosco della nomenclatura, potrebbe essere una medicina. O comunque, un palliativo. Magari aggiungendo anche un pizzico di cattiveria, che non fa parte del personaggio Michelini e del suo proverbiale aplomb (voto 7) ma che può tornare utile, specie nei confronti degli infedeli, dei furbetti, di quelli che giocano sporco.

E se non dovesse bastare? Una resa onorevole potrebbe essere un’altra soluzione. Dire: mi dispiace signori, ma se non posso più governare, se non posso più fare, vi saluto e me ne vado. Meglio tirare le cuoia che tirare a campare (meglio di tutto sarebbe tirare a Campari, ma questo è un altro discorso, voto 9). Farebbe un figurone, il sindaco. E magari darebbe anche una lezione a chi fa politica per vivere. Una lezione di stile, voto 8.

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