01052024Headline:

Gloria, capolavoro del made in Tuscia

"Una Macchina meravigliosa", ha detto Mecarini. E anche un segnale

La Macchina a San Sisto

La Macchina a San Sisto

Ha ragione Massimo Mecarini (voto 9) quando dice che questa “è una Macchina meravigliosa”. Il parere del presidente del Sodalizio, va da sé, è tra i più qualificati, per una questione di esperienza, di conoscenza, di competenza. Gloria è un capolavoro, vero, e sta letteralmente facendo impazzire i viterbesi. Quei viterbesi che si radunano ogni sera a San Sisto (meglio quando ci sono anche le penne all’arrabbiata, voto 8) e restano lì, senza parole, con lo sguardo all’insù, perché per ogni Macchina nuova, si sa, bisogna farci l’occhio. E per quella creata da Raffaele Ascenzi (voto 9) l’esercizio è più facile, e piacevole.

Certo, quando si parla e si scrive di Santa Rosa si rischia facilmente di (s)cadere nella retorica. E però la retorica non è sempre negativa. C’è quella pelosa, ruffiana, ma pure quella innocua, quasi positiva. Se il clima di festa, la devozione per Rosina (come la chiama il presidente), l’attesa per il 3 settembre, contribuisce a staccare la spina dalla quotidianità, sospende le tensioni e le frizioni, riconcilia con la città e coi suoi cittadini (anche i più antipatici, voto 4), be’, ben venga la retorica. In questo Gloria sembra essere già partita alla grande, nonostante manchino ancora diversi giorni alla mossa. E’ una Macchina che unisce, questa: e quando lo diciamo è perché nel passato, anche recente, ci sono state Macchine dirimenti, divisive. E’ come se mandasse dei messaggi, delle vibrazioni, delle raccomandazioni all’armonia. Godiamocele, prima che dal 4 settembre ritorni tutto lo schifo di prima, voto 0.

E un’altra considerazione ci può stare, visto che si parla di Rosa. La Macchina, questa Macchina, è una dimostrazione concreta, materiale, che il made in Tuscia esiste, e funziona. L’ideatore e il suo staff sono viterbesi. I costruttori, Vincenzo Fiorillo e la sua famiglia (voto 9 generale) pure. Questo magari voleva dire il sindaco Michelini (voto 5.5) l’altra sera in piazza per il montaggio, anche se avrebbe potuto dirlo meglio, invece di quel paragone con le buche sulle strade che la platea non ha gradito (eufemismo).

La collocazione della statua sulla sommità della Macchina

La collocazione della statua sulla sommità della Macchina

Tutti hanno lavorato duro per realizzare Gloria, la loro estate è stata in officina, o davanti ai computer per i ritocchi. Hanno rispettato i tempi, le regole (dettate dal bando del Comune), le promesse. E alla fine ne è venuto fuori un capolavoro, tutto (o quasi) fatto qui, con le risorse umane e finanziarie rigorosamente a chilometro zero. Possiamo andarne fieri, e magari provare a sfruttare di più e meglio le nostre eccellenze, artigianali e professionali e mandare in pensione il vittimismo (“Qui non sapemo fa’ gnente”, voto 2) e l’invidia penis (“A Siena o a Terni sì che so’ brave” voto 3). Facciamolo per la Macchina, e poi per tutto il resto, e voto 7.

P.S. Per Santa Rosa Viterbopost sta lavorando ad un’idea particolare. Vi faremo sapere.

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