29042024Headline:

La Banca d’Italia si prepara al trasloco

La sede viterbese non più attiva dall'anno prossimo: rimarrà solo un piccolo presidio

A confronto vecchia e nuova banconota da 20 euro

A confronto vecchia e nuova banconota da 20 euro

L’atmosfera è rarefatta, il grande salone praticamente deserto, sportelli inutilizzati. Alla sede della banca d’Italia di Viterbo si percepisce anche plasticamente che il tempo della chiusura è vicino: ufficialmente la deadline è fissata per i primi giorni di gennaio 2016. La maggior parte dei dipendenti (attualmente sono 17, rispetto ai quasi 50 degli anni d’oro) sarà trasferita nella sede di Roma, anche se si sta cercando di accontentare le richieste e le esigenze dei singoli lavoratori. Qui nella Tuscia rimarrà un piccolo presidio (ancora non si sa da quante persone sarà composto) che andrà a costituire la cosiddetta Unità di servizio territoriale. E non è neppure ancora stabilito che fine faranno gli ampi locali della sede di via Marconi che diventeranno evidentemente sovrabbondanti per le assai minori esigenze della banca centrale nazionale.

Intanto, è in corso di svolgimento la Settimana della banconota, dedicata al lancio del nuovo taglio da 20 euro che andrà ad affiancare e a sostituire progressivamente la prima emissione. Una banconota rinnovata soprattutto in funzione anti-falsificazione attraverso una serie di modernissimi e sofisticatissimi accorgimenti che renderanno la vita assai dura a chi proverà ( e sono sempre tanti…) a riprodurre le banconote. “L’operazione – spiega Anna Selvaggini, funzionaria della sede viterbese – era cominciata già l’anno scorso quando entrarono in circolazione prima il taglio da 5 e successivamente quello da 10 euro. Fra un settimana toccherà  appunto a quello da 20 e poi si proseguirà con le banconote di valore superiore”. Una procedura complessa che parte dalla Bce e poi viene materialmente messa in pratica dai singoli istituti nazionali:  tanto per restare a casa nostra, la produzione di banconote viene effettuata direttamente dalla Banca d’Italia nello stabilimento che si trova sulla Tuscolana, a Roma, mentre il Poligrafico dello Stato si preoccupa delle monete.

Anna Selvaggini, funzionaria della sede di Viterbo della Banca d'Italia

Anna Selvaggini, funzionaria della sede di Viterbo della Banca d’Italia

“Le motivazioni alla base di queste scelte – continua la dottoressa Selvaggini- è duplice: da un lato, un’evoluzione nelle tecniche di stampa e confezione delle banconote che rende molto più complicata la contraffazione, dall’altro la necessità di sostituire gradualmente il denaro circolante che, soprattutto per quello che riguarda i tagli più piccoli, è anche quello maggiormente utilizzato. L’anno scorso, con l’introduzione delle banconote nuove, si verificarono alcuni problemi in quanto gli apparecchi abilitati a riceverle non erano stati approntati per le nuove emissioni. Stavolta, l’aggiornamento è stato fatto per tempo e quindi per i cittadini non dovrebbero sorgere difficoltà di alcun genere. Si pensi, ad esempio, che i 20 euro sono quelli più usati per fare rifornimento ai distributori automatici di carburante”.

La postazione multimediale

La postazione multimediale

La nuova banconota presenta una serie di novità assai interessanti. Innanzitutto, la carta utilizzata è caratterizzata da una particolare sonorità e consistenza; inoltre, l’immagine principale, le iscrizioni e la cifra di grandi dimensioni indicante il valore sono stampate in rilievo, come pure al tatto si possono percepire una serie di trattini in rilievo. Un accorgimento scelto anche per favorire i non vedenti oltre che per fornire una prima verifica di autenticità. Un’altra novità è che, guardando in controluce, si può scorgere un disegno sfumato nel quale si riconoscono la cifra del valore e l’immagine principale: la filigrana presenta un ritratto di Europa, antica principessa della città di Tiro. Infine, la cifra che indica il valore (in questo caso 20), è brillante e produce l’effetto di una luce che si sposta in senso verticale; il numero inoltre cambia colore, passando dal verde smeraldo al blu scuro. Particolari che, finora, i falsari non sono riusciti a riprodurre.

“Non basta verificare la presenza del filo – conclude la dottoressa Selvaggini – per stabilire se una banconota è contraffatta: ci sono altri semplici metodi che permettono di stabilire l’autenticità senza bisogno di strumenti sofisticati. Noi, da parte nostra, facciamo costantemente campagne informative rivolte a tutte le fasce d’età per evitare di incorrere in problemi di qualsiasi tipo”. A proposito, stamattina saranno in Banca d’Italia due classi viterbesi: una del liceo pedagogico S. Rosa e l’altra della media Egidi: si parlerà della nuova banconota e anche della maniera per scoprire gli euro contraffatti.

Policy per la pubblicazione dei commenti

Per pubblicare il commenti bisogna registrarsi al portale. La registrazione può avvenire attraverso i tuoi account social, senza dover quindi inserire ogni volta login e password o attraverso il sistema di commenti Disqus.
Se incontrate problemi nella registrazione scriveteci webmaster@viterbopost.it

Pubblica un commento

Per commentare gli articoli, effettua il login attraverso uno dei tuoi profili social
Portale realizzato da