29042024Headline:

Quei titoli altisonanti e i copioni nostrani

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

trentarighe disegnoDi fronte ai terribili episodi di Parigi si resta sgomenti. Senza fiato. E’ guerra, ma non c’era bisogna di questo ulteriore massacro per scoprirlo: l’Islam estremista l’ha dichiarata sin dall’11 settembre con l’attacco alle Torri Gemelle. Chi lo avesse dimenticato, torni con i piedi per terra. Che sia Al Qaeda o Isis o come diavolo si chiamano le organizzazioni che programmano ed eseguono con chirurgica spietatezza questi atti non cambia nulla: vogliono semplicemente annientare l’Occidente. Sotto scacco è finita nuovamente la Francia: non è un caso visto che Hollande ha mandato i suoi aerei a bombardare le postazioni dello stato islamico in Siria. Come non è casuale la bomba che ha fatto esplodere l’aereo russo di ritorno dall’Egitto: Putin sta ugualmente combattendo contro i musulmani radicali, ma per difendere e proteggere l’alleato Bashar Assad. Faccenda che piace poco ad americani e soci che invece vorrebbero sbarazzarsi anche di quella presenza scomoda.

Un groviglio di interessi e motivazioni che, forse, potranno adesso dirigersi univocamente verso l’obiettivo di un contrasto serio e  coordinato all’Isis e alle sue variegate emanazioni territoriali in ogni angolo di mondo. Questo è il primo punto, ma la domanda che ci stiamo facendo in queste ore è anche un’altra: dobbiamo temere anche noi? Sì e molto seriamente. La possibilità di un attacco terroristico a Roma o in altre zone simbolo dell’Italia va messa in conto. Inutile nascondersi dietro il dito: siamo anche noi in prima linea.

Detto tutto questo, vien da chiedersi se davvero un titolo come quello di “Libero” di ieri sia esattamente ciò che serve in momenti come quelli che stiamo vivendo. “Bastardi islamici” ha sparato a tutta pagina il quotidiano di Belpietro. Che è, a modestissimo avviso di chi scrive, semplicemente sbagliato. Non serve ad inquadrare i luttuosi fatti di Parigi (anche se solletica e sollecita gli istinti della destra radicale: Salvini certamente gongola) e soprattutto accomuna in un’unica e generale offesa tutti i musulmani. I tantissimi che, anche in Italia e anche a Viterbo, vivono onestamente, soffrono quanto noi per questi episodi e, anzi, sono le prime vittime dell’estremismo belluino.

Tornando alle faccende di casa nostra, ma stavolta in ambito pseudo-giornalistico, va sottolineato che principi e regine del “copia-incolla” possono vantare seguaci sempre più numerosi e agguerriti. Si prendono periodi interi e si fanno propri mettendoci tanto di firma. Persino dichiarazioni riportate tra virgolette, persino eventuali refusi e/o errori. Copia e incolla, appunto: senza se e senza ma. Senza remore né pudori. E chi dovrebbe controllare che fa? Nulla, anche se ha la responsabilità innanzitutto morale di intervenire. Così vanno le cose in una professione affascinante e coinvolgente, ma terribilmente seria, oggi svilita da scribacchini (“scriba”, direbbe il grande Gianni Clerici) di quart’ordine e da molto presunti “maestri” che dovrebbero loro per primi imparare, cominciando proprio dall’abc del giornalismo.

Buona domenica.

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