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Tutte le facce del Cubo festival 2015

Il programma, le idee, i volti, i protagonisti, del festival culturale di Ronciglione

Il centro storico di Ronciglione

Il centro storico di Ronciglione

Il programma è servito: che il Cubo abbia inizio. Si è finalmente delineato il canovaccio di quel festival a sei facce che, dal 4 all’8 dicembre prossimi, riempirà di ogni forma di espressione conosciuta il delizioso borgo di Ronciglione.
È praticamente impossibile riuscire a citare ogni singolo evento. Giacché in paese ognuno ha fatto del suo meglio per allestire qualcosa. Segno che la partecipazione dal basso sta dando i suoi frutti. Che la cosa cresce. Che in molti ci credono (sponsor istituzionali, e non, compresi). Che il Cubo è ormai un evento da non perdere. Una piacevole abitudine invernale.
Il tutto, in ogni caso, si svolgerà di dentro al centro storico. Nei vicoletti dimenticati, e in quelle gemme che troppo spesso vengono lasciate al proprio destino. Proprio lì, ospiti internazionali a parte, si terrà la più fica delle idee 2015: #uncuboalcubo. E, cioè, una mega installazione collettiva. Un’opera di tutti e di nessuno. Che in più di 800 stanno già preparando.
Per il resto, sintetizzando, va rimarcato maggiormente il “concetto” rispetto ai (comunque ottimi) protagonisti. Sei le facce del “solido”, altrettante le aree tematiche. Arti performative (musica, teatro e danza). Arti visive (pittura, fotografia, disegno, computer grafica, arazzo e ricamo, video). Arti plastiche (architettura, scultura, land-art). Cinema, letteratura, arti concettuali.
E giù coi primi nomi: Paolo Villaggio, Manetti Bros, Marco Risi, Ugo Gregoretti. Questi per gli aficionados della pellicola. Chi invece punta sul l’effetto pentagramma si beccherà Giammarco Casani, quartetto d’archi “Le metamorfosi musicali”, The dreamsellers quartet, Luca Mosconi, Banda Alceo Cantiani, Fire Dixie Street band, Tony Ranocchia e Stefano Cianti.

Il logo della manifestazione

Il logo della manifestazione

Teatro: Maurizio Donadoni, Big Biggi one man show, Dacia Maraini, Remo Stella, l’arte di strada. E poi Anna Fendi, Paolo Crepet, Mattei Viviani, Giorgio Nisini, Gero Grasso. Tra le mille installazioni, invece, spicca quella di Roberto Ferri, “Gaia”, opera già esposta per tutto l’Expo al Padiglione Italy.
E a questo bendidio si potrebbe aggiungere dell’altro. Il Cubo è sempre in movimento, d’altronde.
Una cosa però è certa e garantita: Ronciglione rinasce attraverso la cultura, l’unione dei suoi abitanti, la coesione.
Bentornato, Cubo. E buon viaggio.

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