29042024Headline:

“Noi delle Rsa? Tra color che son sospesi”

Delibera comunale alla mano, l'Aforsat si trova ad interpretare un futuro incerto

Maria Laura Calcagnini, presidente dell'Aforsat

Maria Laura Calcagnini, presidente dell’Aforsat

Siamo ancora qua, a parlare di Rsa. Che farà anche rima, ma resta una composizione amara. Nei giorni scorsi Viterbopost ha presentato la tragica situazione degli anziani viterbesi interpellando dapprima un privato, il signor Mario Perelli. Si è poi passati al lato politico della vicenda, con la testimonianza dell’ex sindaco Giulio Marini. A seguire è toccato di dibattere sull’aspetto strettamente economico. Una catastrofe. E rieccoci oggi, con la delibera comunale in mano, e la signora Maria Laura Calcagnini che tenta di analizzarla.
Quel “tenta” riassume in se moltissimi aspetti della vicenda: passato burrascoso, presente immobile, e futuro incerto (per dirla alla Tonino Carotone).
“Una cosa però è sicura – esordisce la presidente di Aforsat – ci avevano promesso che avrebbero pagato gli arretrati per intero, ed invece ad essere ottimisti si arriva a 570mila euro. Quando invece il debito sta sul milione e tre”.
L’attacco non è dei migliori. Anche perché la confusione è quasi disarmante. “Siamo tra color che son sospesi – prosegue – e le preoccupazioni aumentano. Non per niente, con tutto quello che succede in Comune, è difficile pure capire con chi dialogare. Nonostante tutto, vogliamo andare a fondo, non ci si può fermare a metà”.

Cartelli in piazza

Cartelli in piazza dei parenti dei ricoverati

Ed ecco la delibera comunale. Già sviscerata dal Marini Giulio ieri l’altro. E fonte di ulteriori grattacapi. “Se finisce che a ogni paziente toccheranno un massimo di 180 euro mensili, che tra l’altro dovranno anche essere anticipati, saranno guai seri – aggiunge – in primis perché son pochi, pochissimi. Secondo poi perché tirarli fuori, per riprenderli chissà quando, è traducibile in aumento del debito personale del ricoverato, dei figli, o di chi tenta di supportare il familiare. Per questo dico che è bene proseguire, seguendo l’iter del nostro ricorso, sul quale la magistratura ancora deve esprimersi”.
E anche l’eventuale cifra girata alle strutture, coprirebbe appena i “buffi” del 2014, lasciando scoperto l’intero 2025, e al 2016 in marcia manco ci si pensa. “Lunedì proviamo a capire come stanno le cose – chiude la Calcagnini – poi ci riuniremo nuovamente, e pianificheremo il futuro. Siamo messi male, molto male. Ma non molliamo”.

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