29042024Headline:

Strategici? Gli inceneritori sono solo obsoleti

Cinque associazioni ambientaliste si scagliano contro le decisioni del ministro Galletti

Il "prodotto" degli inceneritori

Il “prodotto” degli inceneritori

Il Governo si sarebbe pure mosso. Ma la mossa, per dirla alla Monica Vitti, non è che sia poi così piaciuta.
L’articolo, quello preso in esame nella Conferenza Stato Regioni, è il Dpcm numero 35 del decreto legge numero 133/2014. Che letto così fa insorgere il mal di testa, ed invece si tratta solo (non per importanza, ma per semplicità) dell’individuazione degli inceneritori considerati strategici a livello nazionale.
Una faccenda a lungo dibattuta, già stoppata a settembre grazie alla mobilitazione di mezzo mondo, che rientra nel famigerato pacchetto “Sblocca Italia”. Per l’occasione, stando ai fatti, rinominato in “Sbrocca Italia”.
“La nuova Bozza – tuonano in blocco Zero Waste Italy, Fare Verde, Greenpeace, Legambiente e Wwf – pur riducendo gli inceneritori strategici da 12 a 9, conferma gli assunti erronei pro-inceneritori di quello precedente, a partire da quello principale e più marcatamente sbagliato. E cioè il pretrattamento dei rifiuti urbani residui (i cosiddetti Rur) vuol dire incenerimento”.
Per semplificare ulteriormente, è come se si voglia continuare a puntare sull’incenerimento, quando in realtà da anni la produzione di rifiuti solidi urbani è in calo. Seppur in apparenza il ministro preposto, e cioè Galletti, continui a dire il contrario.

Il ministro dell'ambiente Gianluca Galletti

Il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti

“La recente approvazione del ‘Collegato ambientale alla Legge di Stabilità 2014’ da parte del Parlamento – ancora loro – prevede una serie di interventi che vanno in assoluta controtendenza rispetto a questa bozza di Dpcm, con ulteriori misure sulla prevenzione, il ritorno del vuoto a rendere, la promozione del compostaggio di comunità, lo stop al divieto del conferimento in discarica dei prodotti ad alto potere calorifico. Misure che rendono ancor più macroscopici gli errori”.
E quindi, constatato lo stato di agitazione, come se ne esce? “Invitiamo il Ministro dell’Ambiente Galletti a ripensarci – chiusura – aprendo un confronto vero per definire strategie e strumenti operativi che consentano davvero di procedere sulla strada della riduzione, del recupero e riuso dei materiali e dello smaltimento della quota residua dei rifiuti in linea con le normative e gli scenari europei. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo di idee ed esperienze”.

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