Civita, 22mila visitatori in tre giorni. Di questi ben 17mila paganti. Il più piccolo borgo della Tuscia tira la speranza di uno sviluppo turistico del territorio. Sono numeri da capogiro quelli registrati alla biglietteria che affaccia sul ponte d’ingresso a Civita. Un ponte che si è letteralmente trasformato in un serpentone umano nel weekend di Pasqua. Tremila e quattrocento i turisti registrati dal ticket nella giornata di sabato, domenica ben 5mila. Ma è la giornata di Pasquetta a lasciare a bocca aperta: 8528. Numeri che hanno davvero dell’incredibile e che raccontano una sorta di miracolo turistico. Sembrano essere tutti impazziti per questo piccolo centro, di conio etrusco, che si affaccia sui Calanchi. Tutto intorno il paesaggio bellissimo della valle del Tevere.
Un colpo d’occhio che ti invoglia a portare con te la macchina fotografica. Così ”la città che muore” raccontata dal germanista e scrittore Bonaventura Tecchi si riscopre nella nuova veste di traino del sogno turistico del Viterbese. Piace tantissimo agli asiatici, presenti in grande numero anche in questo fine settimana pasquale. Arrivano dal Giappone, dalla Cina ma anche da altre nazioni. Vengono in gruppi organizzati per immortalarsi in questi scenari surreali di tufo e argilla.