28042024Headline:

La Capranica Orte ferrovia turistica?

C'è un progetto ma per le Fs costa troppo: il Comitato per la riapertura non ci sta

La tabella pubblicata da SkyTg24

La tabella pubblicata da SkyTg24

Per riaprire al traffico passeggeri la ferrovia Civitavecchia Capranica Orte servono  (servirebbero) 450 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno. Troppi, decisamente troppi: troppi soldi che né la Regione, nè lo Stato, né i privati possono pensare di mettere in campo. Per utilizzare quella ferrovia a fini turistici ne basterebbero (si fa per dire) un’ottantina. Che non sono noccioline, ma rappresentano pur sempre la quinta parte dei finanziamenti necessari per una riattivazione completa. E qui il discorso si fa (si farebbe, meglio usare sempre il condizionale) più interessante perché l’assessore regionale ai trasporti Michele Civita lascia una spiraglio aperto, sia nella recente audizione alla Camera che in una dichiarazione rilasciata ai microfoni di SkyTg24 che di quella tratta dismessa ormai quasi da un ventennio si interessa con uno speciale nell’ambito della rubrica “Spreco pubblico”. Le immagini sono eloquenti e non hanno bisogno di particolari commenti: erbacce dappertutto, stazioni ormai diroccate e a pezzi, diversi tratti privi di traversine e binari. Insomma, qualcosa che ormai solo lontanamente somiglia ad una linea ferroviaria.

Linterevento dellassessore regionale Michele Civita

L’intervento dell’assessore regionale Michele Civita

L’ipotesi su cui si potrebbe lavorare è una riapertura parziale solo nella tratta Orte Capranica. E qui le Ferrovie hanno presentato un progetto il cui costo è quello indicato in precedenza: 80 milioni di euro, forse qualcosa in meno, con un costo al chilometro di circa 2 milioni di euro. Nella recente audizione a Montecitorio, sollecitata dal gruppo del Partito socialista, l’assessore regionale Civita ha espresso parere favorevole affinché la linea venga inserita nella proposta di legge in discussione:  “Disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico”, sottolineando di ritenere valido il principio che l’inserimento di ferrovie dismesse nella legge possa, dal degrado attuale, diventare risorsa. “La ferrovia CCO è dismessa da una parte e sospesa dall’altra parte – spiega Civita – e la parte interessata a fini turistici è la tratta Capranica Orte, in quanto rispondente al requisito necessario, vista la particolarità del territorio che attraversa, che ha una grande vocazione turistica. E’ un progetto che va tenuto in considerazione e che anche la Regione Lazio propone”. Ma qui sorgono alcune perplessità da parte del Comitato per la riapertura che da tempo si batte con encomiabile vigore per il ritorno all’attività della tratta: “Si parla di una ferrovia a binario unico e senza elettrificazione, situazioni che non sono contemplate in una tratta in funzione solo per fini turistici. Con le moderne tecnologie, i costi sono di gran lunga inferiori a quelli indicati. L’assessore ha sostenuto anche in commissione che ‘in alcuni tratti non ci sono i binari e va rifatta tutta’. Le cose non stanno così”.

La giornalista di Sky che ha realizzato il servizio

La giornalista di Sky che ha realizzato il servizio

E allora come stanno le cose? “Attualmente è armata per tutta la sua interezza, con traversine di cemento e binari all’avanguardia, posti pochi mesi prima di essere stata chiusa al traffico viaggiatori – spiega il Comitato – . Inoltre se ciò fosse vero il percorrimento con treni speciali non sarebbe possibile. Infatti, è normalmente usata da RFI a servizio della Roma – Civita Castellana – Viterbo, via Capranica, per il trasporto dei binari ed il transito dei treni speciali per le manutenzioni. Come è possibile che le FS da una parte dicano che la linea viene percorsa normalmente, riscuotano soldi per la manutenzione, l’Italferr (società partecipata FS) fa il progetto per la riapertura, del costo di 2 milioni di euro, pagati in parte dalla Unione Europea, e dicano contemporaneamente che va rifatta completamente, anche se la tratta esistente Capranica Orte è in realtà completamente armata? Perché poi non chiedere alla FS di pagare i costi per la riapertura, in quanto ente gestore che da anni riceve finanziamenti appositi per la manutenzione che non sembra sia stata effettuata a dovere?”.

La linea dismessa è stata spesso usata per riprese di film depoca

La linea dismessa è stata spesso usata per riprese di film d’epoca

Sul tema interviene anche la sezione Psi Sandro Pertini di Orte con una serie di considerazioni: “La Ferrovia CCO è utile al trasporto merci: entro il 2050 il trasporto merci ferroviario deve passare dal 7-8% al 50%. E’ indispensabile alle acciaierie di Terni, allo sviluppo del Porto di Civitavecchia e all’interporto Centro Italia di Orte ed è richiesta dalla Unione Europea, perché si allaccia alla grande linea Transeuropea TEN-T. La ferrovia CCO è utile per il trasporto viaggiatori: la popolazione dei paesi che attraversa e di quelli limitrofi è molto aumentata e l’esigenza della mobilità ferroviaria è preminente rispetto a quella stradale, poiché la provincia di Viterbo è terza in Italia per il numero di immatricolazioni di vetture (700 per 1000 abitanti). Da ciò deriva maggiore inquinamento e danni alla salute dei cittadini. La ferrovia CCO è utile per lo sviluppo del turismo ambientale e culturale: i paesi che attraversa e quelli limitrofi sono ricchi di cultura, di borghi medioevali e centri storici importanti che potrebbero attirare turismo”. La conclusione? “La riapertura della tratta Capranica Orte potrebbe essere fatta in brevissimo tempo poiché è già dotata dell’armamento ed i costi per la riapertura sono irrisori. E’ quindi credibile lo studio di RFI commissionato dalla Regione Lazio,  che afferma falsamente che sulla tratta non esiste l’armamento e quindi occorrano 70 milioni di euro per la riapertura?”.

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