29042024Headline:

Un no al terrorismo nel ricordo di Nadia

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

trentarighe disegnoE’ stata una settimana terribile, contrassegnata dagli orrori di Dacca e dalla morte atroce dei nostri connazionali in quella terra lontana. Popolosissima e poverissima. Tra le nove vittime anche la viterbese Nadia Benedetti, imprenditrice che da anni lavorava lontano dall’Italia. Commozione, dolore, anche rabbia: ecco i sentimenti che hanno contrassegnato i giorni precedenti al funerale, celebrato venerdì in forma strettamente privata (secondo i voleri della famiglia) nella chiesa della Trinità, comunque gremita a testimonianza della corale partecipazione di Viterbo al lutto, con molte saracinesche abbassate in centro per dire tutti insieme no al terrorismo e alla barbarie.

E il giorno precedente c’era stato il consiglio comunale dedicato appunto al tema. Finalmente, si è potuto percepire un clima di solidarietà e di unità in un’assemblea che di solito è contrassegnata e caratterizzata da scontri ben oltre il limite del comprensibile dibattito politico. Una seduta pacata e terminata con l’approvazione unanime di un documento congiunto: inutile e fuori luogo continuare con l’ordine del giorno approvato in conferenza dei capigruppo, che prevedeva la discussione della concessione della cittadinanza al terzo reparto Aldebaran dell’Aves. Del tutto inappropriato continuare con il precedente odg che prevedeva al primo punto l’estromissione del consigliere Moltoni, come richiesto dal purissimo e durissimo pentastellato De Dominicis. Ci sono momenti in cui non è affatto disdicevole fermarsi, anzi è assolutamente necessario.

Durante i funerali di Nadia, il vescovo Fumagalli nell’omelia ha sollecitato all’amore e alla condivisione “come goccia che scava nella pietra della violenza” per combattere e sconfiggere la furia dei terroristi. Posizione condivisibile da parte di un credente, ma in forma più laica che cosa si può e si deve fare per non arrendersi alla furia omicida di assassini (basta chiamarli semplicemente così) che uccidono in nome di dio? Non servono le ritorsioni (che pure non mancano) e non serve neppure la chiusura delle frontiere, pure auspicata da una destra becera alla quale piace cavalcare la tigre del malcontento (come se i problemi dell’Italia fossero concentrati tutti nell’arrivo di disperati) e parlare alla pancia delle persone. “Non è vero – come sosteneva Oriana Fallaci – che tutti i musulmani sono terroristi, anche se è (purtroppo) vero che tutti i terroristi sono musulmani”: ma può bastare questo per giustificare una guerra santa contro qualche miliardo di persone? No, sicuramente. Peraltro, nei recenti fatti in Francia e in Belgio, ad agire furono persone nate e cresciute in quei Paesi, non provenienti da sbarchi vari. Quindi, la soluzione è unica: una intelligence seria, funzionale, disposta a scambiarsi informazioni, oltre che controlli seri su chi entra e chi esce. E noi comuni cittadini? Non possiamo e non dobbiamo arrenderci, continuando a viaggiare e a vivere come sempre, senza farci intimorire dal terrorismo. Che avrebbe già vinto se cambiassimo le nostre abitudini.

Buona domenica nel ricordo struggente e tenero di Nadia Benedetti.

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