C’è una struttura nelle disponibilità del Comune di Bomarzo che da anni è pronta per entrare in funzione, ma resta chiusa. Si tratta dell’Eco Albergo, nei pressi della necropoli etrusca di Pianmiano.
Conviene andare per gradi per ricostruire la storia. L’Eco Albergo è costato per la ristrutturazione del 2006 ben 610.812,67 euro di soldi pubblici e circa altri 100mila per l’arredo. La struttura non ha mai funzionato pur essendo capace di ospitare più di 40 persone, con camere, bagni e cucina industriale.
E già questo è uno spreco bello e buono. Come se non bastasse, la Regione Lazio ha concesso, nei terreni privati circostanti, un permesso di estrazione per materiali da cava. In poco tempo, quindi, uno dei panorami più belli della Tuscia si è trasformato in un paesaggio lunare o stile campo di battaglia, con buche dai 5 agli 8 metri, che scavano e devastano la terra alla ricerca di ghiaia e sabbia, andando a toccare anche la collina antistante dove sopra c’è la necropoli etrusca di Pianmiano e dall’altra parte la strada provinciale per Sipicciano, Graffignano, Civitella d’Agliano e Castiglione in Teverina.
La situazione è in una fase di stallo, ma la nuova giunta guidata dal sindaco Ivo Cialdea si sta impegnando a riaprire la struttura. ”Purtroppo nel 2014 – spiega il primo cittadino – con la vecchia amministrazione, la gara per la gestione dell’Eco Albergo è andata deserta. Oggi la struttura è completa, ma per poterla utilizzare bisogna fare delle verifiche. Ci stiamo impegnando per poter aprire quanto prima, ma non sappiamo ancora quando sarà possibile con una nuova gara di aggiudicazione per la gestione dell’Eco Albergo. Per quanto concerne le cave non possiamo fare molto perché sorgono su terreni privati e hanno le autorizzazioni a scavare”.
Da parte della nuova amministrazione c’è quindi la voglia di aprire la struttura, ma i tempi non sono certi. Intanto molti cittadini e associazioni si chiedono come mai sono stati spesi tanti soldi per una struttura che resta chiusa. E ancora: la Soprintendenza ai Beni Archeologici non sa che ì sopra esiste uno dei siti più importanti dell’epoca etrusco – romana della Tuscia settentrionale? Domande lecite che attendono una risposta dalle istituzioni. Intanto quel che è certo è che oltre 700mila euro di soldi dei cittadini sono stati spesi fino a questo momento del tutto inutilmente e senza alcun tipo di riscontro per la collettività. E’ ammissibile che questo accada? Sicuramente no. Tanto più che dal momento in cui finirono i lavori di ristrutturazione ad oggi sono passati un bel po’ di anni e dunque è lecito pensare che l’incuria e la mancata presenza umana abbiano provocati danni in questo periodo e quindi, nel momento in cui si vorrà procedere all’apertura, ci saranno da spendere altri soldi per riparare i danni provocati dall’inutilizzazione. Un’altra cattedrale nel deserto, monumento all’incapacità e alla cattiva gestione della cosa pubblica.