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Alla scoperta delle opere di Pietro Vanni

Al cimitero monumentale di Viterbo la conferenza sul pittore a cura di Marco Zappa

cimitero viterboTerzo ed ultimo appuntamento con la cultura nel cimitero di Viterbo, dopo l’esecuzione il 21 giugno scorso del Requiem di Mozart diretto da Fabrizio Bastianini e la visita guidata dell’8 ottobre  tra le tombe monumentali con la “Banda del racconto” di Antonello Ricci. Oggi (alle 16, ingresso libero) Marco Zappa, artista e docente alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, terrà nella chiesa cimiteriale di San Lazzaro a Viterbo la conferenza sul pittore viterbese Pietro Vanni dal titolo “Pietro Vanni, dentro e fuori il suo tempo”. L’iniziativa è del gruppo consolare di Viterbo del Touring Club, guidato da Vincenzo Ceniti in collaborazione con il Comune.

“Vanni (1845-1905) – si legge nell’invito – vive la sua fase artistica in un momento di transizione tra l’accademismo italiano e il rinnovamento aggressivo e pressante delle avanguardie. La scelta è orientata verso la tradizione pur denotando uno sguardo attento alle nuove proposte pittoriche”. La chiesa di San Lazzaro (1895), dove si svolgerà l’incontro,  è completamente decorata da Pietro Vanni con affreschi che riproducono, nelle mura parietali, la Resurrezione di Lazzaro e la Resurrezione della carne. Sulla volta è il Trionfo della Croce e nell’abside è dipinto un Cristo crocifisso avvolto da una cerchia di angeli in volo.

Altre opere celebri di Vanni, sparse in Italia e in Europa, sono la Peste di Siena (dispersa), i Funerali di Raffaello, l’Odalisca,  la Decollazione di san Giovanni Battista e il  Cristo deposto (custodito nel Museo del Colle del Duomo di Viterbo). Di grande valore documentaristico è lo Sposalizio della Vergine, copia dell’affresco quattrocentesco di Lorenzo da Viterbo. Notevole nel cimitero viterbese la cappella Calabresi-Vanni da lui realizzata negli affreschi, nelle sculture e nelle decorazioni.

La città di Viterbo è tra le poche in Italia ad aver promosso iniziative culturali in un cimitero. Oggi apprendiamo che il Mibact ha previsto la creazione di un Atlante dei cimiteri monumentali e del turismo della memoria. “I cimiteri italiani  – si legge in una nota ministeriale – non sono solamente luoghi per accogliere i defunti, ma rappresentano anche la memoria della collettività e custodiscono molte opere artistiche, talvolta come veri e propri musei a cielo aperto”. Secondo un’indagine condotta da Jfc, questa tipologia di turismo, già molto diffusa all’estero, sta diffondendosi anche in Italia. Nel 2016 si stima saranno 102mila i visitatori complessivi nei 90 cimiteri italiani di interesse turistico: un dato in forte crescita, con un incremento, nell’ultimo triennio, del +55,9%.  Un altro elemento è quello del livello d’internazionalizzazione, anch’esso raddoppiato nel triennio, passando dal 13,2% al 24,1%. Cultura e architettura, visite a personaggi storici e ricerca interiore sono i fattori che sostengono l’incremento del fenomeno.

 

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