29042024Headline:

Basta con l’immissione di OGM nell’ambiente

L'appello di Paolo D'Arpini (Rete Bioregionale Italiana) per la nostra agricoltura

ogm-2Le mutazioni genetiche artificiali sono irreversibili ed incontrollabili: una volta che sono state immesse nuove varietà geneticamente modificate tutte le altre piante consimili sono destinate ad imbastardirsi con conseguente “vizio” riproduttivo ed incapacità di offrire una sicura difesa alle malattie (contrariamente a quanto dichiarato dai produttori) e di rispondere in modo adeguato alle variazioni climatiche o ambientali. Gli OGM sono una bomba ad orologeria che ha già iniziato a scandire il tempo… avvertendoci che il momento della “esplosione” è quasi giunto.

Infatti, in natura, le mutazione genetiche avvengono spontaneamente e quelle che risultano favorevoli alla sopravvivenza ed allo sviluppo delle specie si mantengono mentre quelle sfavorevoli sono destinate a scomparire. Al contrario, le mutazioni genetiche provocate artificialmente dall’uomo sono funzionali a imprimere nelle specie caratteristiche che sono favorevoli agli interessi dell’uomo e non delle specie in se stesse o dell’ambiente che le ospita.

La contaminazione del polline da OGM e, soprattutto, il Trasferimento Genico Orizzontale di parti del DNA transgenico, da una specie all’altra, rappresentano una minaccia per la salute, l’ambiente, le tradizioni agricole dei popoli.

Infatti, i mali provocati dagli OGM non sorgono solo nelle inevitabili mutazioni e contaminazioni delle specie vegetali. La globalizzazione nel settore agricolo impone una concorrenza così feroce e tecniche agronomiche e produttive che siano in grado di ridurre sempre più i costi di produzione. Anche in Italia quindi vi è la corsa ad una agricoltura intensiva e monocolturale, che ha impedito la tipica rotazione agraria ed ha favorito l’insorgenza di malerbe infestanti e parassiti resistenti. Da qui l’uso di veleni. La tecnica degli OGM non fa altro che confermare e consolidare questo tipo di agricoltura intensiva monocolturale, che punta tutto alle rese per ettaro, ma ci toglie i sapori e gli odori tipici dei nostri prodotti agricoli.ogm-1

Forse, è ancora possibile bloccare il processo di imbastardimento e cancellazione della vita a noi conosciuta…. però occorre far presto, prima che sia troppo tardi, occorre disinnescare la bomba, interrompendo l’immissione di nuove specie OGM nell’ambiente. Occorre impedire la diffusione di tali coltivazioni in Italia…

L’Italia può ancora fare qualcosa magari avvalendosi delle peculiarità del suo ambiente mediterraneo e montano, proponendosi come un paese conservatore di antiche sementi e della biodiversità bioregionale.

Prendo ad esempio la Regione Marche, ancora abbastanza incontaminata, abitata diffusamente in piccoli centri urbani, bagnata dal mare e degradante dalla pianura alla collina sino alla montagna, che potrebbe essere il primo santuario della biodiversità.

E questo vuole essere un invito al Governo in carica per dichiarare la nostra penisola un’ “Oasi OGM Free”. Una sorta di riserva mondiale della natura. Un tempio della Natura.

Paolo D’Arpini

Rete Bioregionale Italiana

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