L’informatica e le nuove tecnologie aiutano ad affrontare la vita. Non si pensi però subito alle numerose funzioni dello smartphone o alle grandi capacità dei computer: qui la questione è più profonda, è quasi filosofia. In realtà l’aiuto principale per la vita di tutti i giorni non deriva dal prodotto finito, ma dal modo di ideare, programmare e realizzare un qualsiasi strumento informatico. È il cosiddetto pensiero computazionale, conosciuto anche come “coding”, che sarebbe, per dirla in parole semplici, un ragionamento logico che ha come scopo la soluzione di un problema complesso.
E se il pensiero computazionale viene insegnato nelle scuole può diventare uno strumento per i piccoli studenti per affrontare la vita di ogni giorno, anche e soprattutto quando diventeranno adulti. È per questa ragione che la scuola primaria “Corrado e Mario Nardi” di Tarquinia ha deciso di partecipare, nei giorni scorsi, al progetto europeo “Coding: programmare un gioco” durante la European code week. Gli alunni delle classi seconde e quinte hanno avuto così l’opportunità di applicare il pensiero logico e matematico per capire, controllare, sviluppare contenuti e metodi al fine di risolvere problemi e cogliere nuove opportunità.
“Imparare a programmare apre la mente – spiega il personale dell’istituto comprensivo Sacconi – sollecitando lo spirito critico e il pensiero creativo.
La settimana europea della programmazione è la campagna di alfabetizzazione per stimolare lo sviluppo e la diffusione del pensiero computazionale. Durante la manifestazione, per la quale erano presenti migliaia di partecipanti provenienti da tutta Europa, i nostri alunni hanno preso parte a varie attività unplugged e hanno gareggiato, in una sfida a squadre, a colpi di riflessione e fantasia”.
Prototipi costruiti con materiale di recupero, disegni e brevi racconti sono stati i risultati del progetto insieme ad un colorato un flash mob. “Le classi hanno lavorato con la programmazione visuale a blocchi sul concetto di algoritmo, applicato alla sequenza di passi necessari per realizzare una danza – concludono dall’istituto -. Hanno così eseguito l’algoritmo creando un flash mob sulle note dell’Ode to code, inno ufficiale della manifestazione. I visi dei nostri alunni sorridenti e divertiti sono la ricompensa più grande e la dimostrazione che il ‘coding’ è un’opportunità di crescita per tutti, nessuno escluso”.