di Barbara Bianchi
TUSCANIA – ”Sono stato preso a pugni da due carabinieri che mi hanno rincorso, speronato e poi fatto scendere con la violenza dall’auto. Mi hanno dato dei colpi in faccia, poi mi hanno ammanettato e mentre perquisivano la mia macchina, sono rimasto lì seduto sul muretto mentre tutti passavano e mi fissavano”.
La denuncia arriva direttamente dall’aula del tribunale, dove il ragazzo, ieri mattina, è stato ascoltato come parte civile nel processo a carico di due militari dell’arma della compagnia di Tuscania. Secondo quanto riferito dal ragazzo lo avrebbero colpito al volto nella tarda notte del 7 luglio di alcuni anni fa, mentre stava tornando a casa dopo una serata al bar.
”Avevamo appena finito di festeggiare il diploma con alcuni amici – ha proseguito – appena sono uscito dal centro storico, ho svoltato per andare a casa. Non ho visto la volante dei carabinieri ferma al posto di blocco”.
Urtata involontariamente l’auto di servizio, il giovane si sarebbe allontanato: ”Non mi sono accorto di nulla. Mi hanno rincorso, speronato e fatto scendere con la forza”.
Ma non è di lesioni – le stesse certificate da un referto medico di pronto soccorso dell’ospedale di Tarquinia – che i due militari dell’arma devono rispondere in tribunale: su di loro le accuse di falso e distruzione e occultamente di atti veri. Secondo quanto contestato dalla procura, una volta portato il giovane in manette in caserma, avrebbero redatto due annotazioni di servizio, diverse tra loro per quanto riguarda la data e l’ora dell’intervento. Ma non solo, mentre nel primo verbale avrebbero solamente sottolineato come il ragazzo avesse opposto resistenza all’arresto, nel secondo avrebbero aggiunto che nella concitazione di quei momenti, sarebbe caduto a terra, sull’asfalto, inciampando sulla cintura di sicurezza.
”Io non sono mai caduto – ha concluso il giovane – mi hanno preso a pugni. Le ferite sullo zigomo sinistro erano dovute ai cazzotti ricevuti in faccia. Così come il gonfiore ai polsi era dovuto alle manette”.
Parte civile rappresentato dall’avvocato Emilio Lopoi, tornerà in aula a metà maggio.
”Per aver denunciato questo episodio, ho subito anche un processo per calunnia – ha infine spiegato il ragazzo – da sono stato assolto con formula piena”.