”Ottocento euro e la chiamano elemosina”. Sta facendo molto discutere sul web il post pubblicato ieri da Massimo Erbetti, con cui il capogruppo del Movimento 5 stelle difende i provvedimenti messi in atto dal governo giallo-rosso per aiutare famiglie e partite Iva a superare la crisi economica causata dall’emergenza Coronavirus.
Scrive l’esponente pentastellato: ”Come era la storiella del governo che vi fa l’elemosina? 200 euro buoni spesa, più 600 euro dall’Inps. Totale 800 euro. E pensare che c’è gente che costringete a lavorare 12 ore al giorno per guadagnare molto meno, a voi li danno per stare a casa a insultare. Non vi vergognate neanche un po’?”.
Una provocazione o la giusta risposta a chi critica il governo per partito preso?
Tra i tanti commenti c’è quello di Claudio: ”Se lo Stato – scrive – non rubasse il 60% del guadagno agli imprenditori probabilmente i dipendenti verrebbero pagati di più magari”. ”Mi stai dicendo – ribatte Erbetti – che il calcolo del reddito viene fatto sul lordo e non sul netto? Cioè se a me un dipendente costa 2.500 euro al mese sui quei 2.500 ci pago le tasse? No mi spiace non è così che funziona e bada bene non dico che le tasse siano basse, anzi, ma il calcolo che fai è comunque sbagliato”.
A chi invece gli fa notare che forse sta generalizzando (”Attenzione Massimo”, lo avverte Luciano), il consigliere del M5Stelle confessa: ”Lo so, ma alcune volte bisogna parlare a nuora perché suocera intenda. Non tutte le partite Iva sono così, anzi diciamo che la maggior parte non lo sono. Ma in questi giorni ho notato che i critici maggiori delle misure governative sono proprio quelli che fino a ieri sottopagavano i dipendenti”.