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Chi era Omero Bordo ? Ricordiamocelo

Il fondatore di un particolare museo etrusco unico al Mondo

Del Direttore

Tarquinia, 2.9.22 –

Per tanto giovani il nome di Omero Bordo forse non ricorda nulla, (“Omero Bordo, chi era costui ?”) però la sua attività di appassionato della civiltà etrusca di cui si sentiva discendente perchè nativo ed originario di Tarquinia popolo etrusco, ha lasciato un segno. Ha fondato un museo ipogeo, ETRUSCOPOLIS, fedele ricostruzione di una città etrusca, quindi la riproduzione reale delle più famose e celebrate tombe. Una visita ad ETRUSCOPOLIS è come riandare all’epoca di questa svanita gente che ha popolato le nostre contrade.

Omero è mancato da qualche anno (2018), sua figlia Daniela ne è l’erede in tutto.

Infatti, l’amore per la Tuscia. Amore per Tarquinia, quello che fu di suo padre è oggi in lei. Ma, oltre all’ amore per gli Etruschi, è di quella terra dove vissero e ne furono gli antesignani. Una passione di famiglia, quella di Daniela Bordo, figlia di Omero, un geniaccio (come lo definisce lei stessa) capace di inventarsi di tutto e di più su quel popolo, tanto da diventare famoso in tutto il mondo (Il New York Times gli dedicò addirittura una prima pagina).

Insieme al padre, negli anni ’90, realizzò Etruscopolis, una vera e propria ricostruzione dell’antica Tekna, scavata all’interno di una cava originale etrusca del IV-V secolo avanti Cristo, dove quel popolo estraeva il macco, una pietra che 2500 anni fa serviva per realizzare ogni tipo di costruzione. Oggi questo piccolo ma grande gioiello viene visitato da migliaia di persone, italiani e stranieri, e rappresenta la maggiore originalità di Tarquinia, anche se potrebbe essere valorizzato ancora di più.

Fu detto che Omero, faceva il tombarolo, ma sua figlia precisa:“Per modo di dire. Mio padre nacque nel 1943, a settembre, otto giorni dopo l’armistizio. E questa cosa lui la ricordava sempre. Nel dopoguerra c’era la fame, c’era la miseria. E i ragazzi di quel tempo, tutti o quasi, si arrangiavano come potevano. Anche andando a tombe. Ma lui era affascinato nel conoscere questo mondo pressoché sconosciuto e così, a soli 20 anni, cominciò a collaborare con la Sovrintendenza alle Belle Arti”.

E fu così che entrò in contatto con Mario Moretti, all’epoca sovrintendente, e cominciò a lavorare, operando tanti scavi e tanti recuperi. Nel 1975 fu lui a trovare la tomba delle Pantere, la più antica fino a oggi scoperta, e a portare alla luce le mura dell’Acropoli di Tarquinia”.

Mio padre, continua Daniela, era un geniaccio. E, grazie al suo intuito, scoprì l’impasto arcaico. Quello che gli etruschi usavano per i loro ornamenti. Ma non lo fece né da ricercatore, né da studioso, né da chimico. Ci arrivò solo per intuizione. Quando cominciò a realizzare i suoi vasi aveva appena 23 anni. Li faceva in campagna. Pian piano si sparse la voce e così cominciarono a venire molti compratori. E i prezzi lievitarono”.

Per questa sua attività ebbe problemi con la Giustizia. Anche perché quando furono sottoposti all’analisi del tempo, cioè all’analisi del carbonio 14, alla termoluminescenza, risultarono antichi di 2.500 anni. Ma lui si difese dicendo che quelle erano cose realizzate da lui e che non si poteva punire la sua bravura”. Omero Bordo, usava per i vasi da lui realizzati, impasti provenienti da rottami antichi, per cui, “risultavano” autentici.

Il problema era diventato addirittura mondiale. Alla fine si arrivò a un accordo con la Soprintendenza. Lui avrebbe potuto continuare a realizzare le sue opere, ma con tanto di certificato, in cui si attestava che quei prodotti non facevano parte del patrimonio archeologico tutelato. Così sono nati quelli che furono chiamati impropriamente ‘falsi d’autore’. Ma c’è stato anche chi ha graffiato la sua firma e se li è rivenduti nei musei”.

.Nel 1993, in una cava di macco d’epoca etrusca ,oggi al centro di Tarquinia, fu realizzata ETRUSCOPOLIS in accordo con la Sovrintendenza. Ricostruì tombe importantissime che alla necropoli si erano rovinate, completandole anche con gli arredi funebri e usando i colori originali di quel popolo. Ma realizzò anche un plastico che riproduce fedelmente la città di Takna. Insomma, portò a termine una cosa unica nel suo genere”.

Purtroppo, soggiunge Daniela, non ci sono sinergie con le pubbliche amministrazioni. Eppure sarebbe utilissima. Perché il turista che arriva a Tarquinia dovrebbe visitare per prima Etruscopolis, per avere un quadro generale della cultura etrusca, poi la necropoli e poi il museo, che è stupendo.

Ma non solo incrementare visite al Museo, cosa che mi permetto suggerire, ma, oltre, per es. ricreare la corsa delle bighe. Perché la sua origine, come molti credono, non è romana, ma etrusca. Nella tomba delle Olimpiadi la parte sinistra è dedicata proprio a questo. E allora, visto che l’Università Agraria ha molti terreni, si potrebbero sfruttare quelli per realizzare il progetto.

Ecco ci fu Omero Bordo, un eccezionale uomo della Tuscia. Ma le sue creazioni vivono e le sue idee sono oggi tramandate da Daniela Bordo

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