29042024Headline:

Isolamento Tuscia e Viterbo, una pessima realtà

Si parla, si parla, ma non si conclude nulla

Il treno a Porta Fiorentina

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,3,4,23

Lo disse il Ministro della cultura Sangiuliano che giustificò di non essere a Viterbo ad inaugurare la mostra sui disegni di Michelangelo per motivi di “distanza geografica (sic !)., Lo pensiamo e diciamo anche noi ogniqualvolta dobbiamo andare e venire da Roma e lo confermano gli intervistati da una recente indagine.

E’ assurdo che Viterbo, sia l’unica provincia del Lazio che non sia collegata con la Capitale con una viabilità da terzo millennio. Si va a Frosinone in autostrada, a Latina con una superstrada, a Rieti per metà in autostrada, ma nella Tuscia, la Cassia si è fermata a Monterosi. Per giungere a Viterbo, un passo alpino (Passo del Cimino mt.900 di quota) o attraversamento di tre popolosi paesi (Sutri,Capranica,Vetralla) con velocità media di 50 km/H.

L’alternativa autostrada passa da Orte, impegna oltre dieci km.di percorrenza in più e costa 5 euro di pedaggio. Non conviene,

Per non parlare di ferrovia. Il tracciato fine ottocento di Trenitalia, benchè operato con nuove simpatici convogli, è rimasto ai tempi della vaporiera, perchè, oltre essere “metropolitana” dei paesi del SW della Provincia lo è davvero da Cesano a Roma. Una fermata ogni pochi kilometri di percorrenza, Tempo totale oltre un’ora e mezzo.

Ma non è che all’interno della Città le cose siamo migliori. Uno studio effettuato a cura della Università della Tuscia mediante le risposte ad un sondaggio che ha interessato 2000 studenti. Anche qui emerse criticità non tanto legate al servizio, ma alle difficoltà dei collegamenti in un ambiente urbano critico per la circolazione viaria. Del resto una città progettata in tempi medioevali, non è facile per il traffico automobilistico, figuriamoci degli autobus del servizio pubblico.

Un’altra criticità è sta rilevata per la movimentazione merci in Provincia, cioè le difficoltà che incontra il distretto ceramico di Civita Castellana per la difficoltà dei percorsi che lo circondano. Inutile ripetere che dal Casello A1 di Magliano Sabina per giungere ai Sassacci c’è una scalata sulla Flaminia, da Roma per Civita Castellana, dopo la Cassiabis, si deve percorrere la Nepesina con il tracciato della storica via Amerina.

Come rimediare ? Per adesso. non sembra che nell’agenda della Giunta Regionale Lazio ci siano programmi oltre il completamento (dopo 60 anni) del collegamento Orte-Civitavecchia), ma nessuno per i successivi 30km kilometri di Cassiabis, poco o nulla per l’aeroporto.

Altro che aspirare alla candidatura di Viterbo città della cultura !

In queste condizioni di intermodalità viaria stradale, ferroviaria Viterbo e la Tuscia sono destinate restare al palo, non basta la E45 a migliorare punti di PIL. Serve molto altro ancora.,

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