Redazione
viterbo,19.3.24
Nell’oblio passerà domani la Festa di San Giuseppe, tanto cara ai romani del quartiere Trionfale quando nelle bancarelle si friggevano le frittelle ed il popolo festoso libero dal lavoro per giorno festivo nazionale (purtroppo cancellato dal governo Andreotti nel 1976) affollava le vie del popoloso quartiere attorno alla Chiesa di San Giuseppe (Via Bernardo Telesio – ad.za p.le Clodio), Era, come sempre nei secoli, la festa dei lavoratori, poi sopraffatta dal 1 maggio, però festa pagana e politicamente impegnata.
A Viterbo la festa non era celebrata se non per una prima “poggiata” all’aria aperta nel primo giorno di primavera anche se la presenza dell’ordine sacerdotale dei Giuseppini sempre ben presente in Città dal 1936 per la esistenza di un Istituto teologico in Cassia sud e nella parrocchia del Murialdo.
Forse, qualche pasticceria presenterà le frittelle accanto ormai alla tradizionale pizza di Pasquae perchè no alla Ciambella con l’anice.
Vedremo, purtroppo, che il 19 marzo, giorno lavorativo, benche retribuito come festività soppressa, farà dimenticare a qualcuno la figura di s. Giuseppe, padre putativo di Gesu, patrono dei lavoratori.