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Telesabina, tanto fumo ma pochissimo arrosto

merloSu, quante storie, sulla mancata diretta televisiva del trasporto del secolo (3 settembre 2014), della Macchina di Santa Rosa targata Unesco, che ha toccato (evento inedito da 62 anni) anche via Marconi, andata e ritorno da piazza della Repubblica.

Su, quante storie e quante esagerazioni: ma come si fa a gridare ai “problemi tecnici, dilettantismo e fretta per un trasporto che non è andato in tv” che ha impedito a larga parte della popolazione di godere dello spettacolo di “Fiore del cielo”?

E invece bisogna sapere che in questa occasione gli amministratori di Palazzo dei Priori si sono mossi con una perizia straordinaria, tal che, dopo una approfondita indagine di mercato dei principali network italiani ed europei, hanno creduto opportuno affidarsi a “Tele Tuscia Sabina”, grazie alle credenziali che l’emittente elenca sul proprio sito web, al link “Chi siamo”.

Credenziali fantasmagoriche, a cospetto dei quali la Rai, Mediaset, ma anche la BBC sono una fetecchia, sia dal punto di vista tecnico che produttivo.

Bisogna infatti sapere che è “la televisione di Viterbo che puoi trovare sul canale 172 in digitale in tutto il Lazio”. Quindi che è “la televisione che parla della provincia di Viterbo, della storia, dell’economia e delle tradizioni della Tuscia. Senza contare che è “la televisione che fa informazione”. Infine, ma non d’importanza, “e la televisione che parla con te”.

Non basta. Bisogna altresì avere contezza che TTS, nata nel 1989, a Rieti, è vieppiù una tv generalista, tanto che “dal reatino prendono vita trasmissioni di grande successo che spaziano dall’informazione sportiva a quella politica, dall’informazione economica a quella storico-culturale”.

E come non rimanere favorevolmente stupiti dal fatto che “ha aperto i suoi studi a tutti coloro che hanno idee, proposte e richieste per creare interattivitá nel rapporto con gli abitanti della provincia”, onde per cui “in quest’ottica di apertura nasce nel 1999 (wow) anche la sede di Viterbo”?.

Ma non si può evitare di sottolineare che “il telegiornale di TTS é ormai divenuto appuntamento costante dei telespettatori che in questi anni hanno avuto l’occasione di conoscere l’unica emittente locale”. Ovvero che le trasmissioni “I panni sporchi si lavano in piazza e non solo…”, “A favore delle gente”, “A tutela dell’utente bancario”, “Attenti a lupo” che, secondo gli ultimi dati dell’Auditel, godono di uno share al cospetto del quale i prodotti confezionati dalle regine della Tv, come Maria De Filippi e o da Barbara D’Urso, si devono inchinare.

Peccato che non si siano potuti inchinare migliaia di Viterbesi, che hanno trascorso la sera del 3 settembre smoccolando per l’impossibilità di assistere, seduti comodamente in poltrona della propria abitazione, al trasporto del secolo, per la semplice ragione, absit iniuria verbis, che il segnale di TTS non è in grado di coprire tutte le zone della città.

La morale della vicenda si può dividere in due paragrafi.

1) Palazzo dei Priori non ha compiuto cosa buona giusta a fidarsi dell’encomiastica autocelebrazione di TTS senza le necessarie, preventive, verifiche tecniche.
2) Ma possibile che la giunta Michelini&C, non disponga di qualcuno/a che abbia mandato a memoria l’antico adagio: “non sempre il fumo indica la presenza dell’arrosto”?

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