Vorrei esprimere la mia solidarietà a chi – professando la propria religione, mussulmana o cristiana che sia – si è sentito offeso e rattristato dall’iniziativa di una formazione politica italiana (Forza Nuova) che ha affisso in tutta Italia quindi anche a Viterbo (al centro di cultura islamico e sulla porta della chiesa del Suffragio) cartelli irrispettosi e denigratori. In alcuni momenti i segni dovrebbero essere colti dalle comunità e dai leader politici e culturali nella loro essenza antropologica e storica.
Impedire l’integrazione etnica e religiosa la realizzazione di una piena e pacifica evoluzione del senso della cittadinanza è l’obiettivo degli integralisti: di quelli che innalzano le bandiere dell’ISIS come dell’estrema destra italiana.
Possiamo in questo senso subire il ricatto della paura per decenni e delegare persone ignoranti e privi di una etica plausibile a decidere per tutti le regole della convivenza e dell’educazione, oppure reagire. Reagire sulla base di un pensiero comune e di una comune espressione civica, con gesti e manifestazioni visibili. In direzione “ostinata e contraria” a quanti sperano in uno scontro di civiltà e pensano che la guerra e la sopraffazione siano l’unica soluzione.
Viterbo deve reagire e fare quanto è necessario per impedire il collasso della cultura della convivenza: aumentare il livello del confronto, costruire percorsi di incontro, creare spazi di animazione interculturale.
Se ISIS e Forza Nuova – e altri che dalle loro tristi strategie traggono vantaggio politicamente – abbattono le moschee e le chiese e i luoghi della convivenza, noi dobbiamo rispondere costruendo moschee e chiese e spazi di convivenza. Quello che decideremo in queste ore definirà il percorso della nostra civiltà per molto, molto tempo e saremo giudicati e responsabili delle nostre omissioni e inerzie e responsabili delle sofferenze che ne deriveranno.